
Trama
Il bambino ritrovato nella notte sta nascondendo qualcosa. Fosco sostiene che è stato rapito ma è riuscito a scappare, correndo per le campagne toscane. Nessuno gli crede, o forse nessuno ha provato ad ascoltarlo davvero.
Io sì. E so che dentro il suo racconto si cela qualcosa di terribile. Qualcosa di più grande di lui e, forse, anche di me. Ma cosa può essere?
Soltanto quando un altro bambino scompare, inizio a intravedere uno spiraglio per portare avanti la mia indagine. Fosco e Andrea vivono lontani, non si conoscono, non hanno nulla in comune. Tranne l’aspetto: sono identici, potrebbero essere gemelli. Andrea, però, non ricompare: sta a me trovarlo, stanare chi ha ucciso suo padre e l’ha portato via da sua madre. Sta a me salvargli la vita.
Ma da sola non ce la posso fare, ho bisogno di aiuto.
L’unico a credere in me è Fabio Costa, un poliziotto reietto e dal passato oscuro, spedito al confino in un piccolo commissariato di provincia.
Mentre il numero delle vittime aumenta, e gli enigmi si fanno sempre più indecifrabili, capisco che l’artefice di questi delitti risponde a un disegno superiore. La sua è un’ossessione morbosa, feroce, inarrestabile: trasformare le proprie follie visionarie in violente realtà. In deliranti opere d’arte.
Mi chiamo Valentina Medici, sono il più giovane commissario del Servizio Centrale Operativo, e questa è la mia prima, vera indagine. E rischia di essere anche l’ultima della mia vita. Perché nessuno può precipitare in un pozzo così nero, così profondo, e sperare di riemergerne indenne.
Recensione
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Sangue, tanto sangue. Le aberrazioni di un uomo, che sfidano qualsiasi censura e travalicano anche le fantasie più estreme. Rapimenti e morte. E tanta crudeltà.
Marco De Franchi, un passato da Commissario Capo di Polizia presso la SCO, non si è posto limiti e ha confezionato un romanzo che non lascia indifferenti. Vi ha messo tutti gli ingredienti giusti: follia, sadismo, mistero, dark web, snuff movies, sangue. Quasi una sfida a non tralasciare niente, con il chiaro intento di scioccare il lettore e avvilupparlo alla sua trama adrenalinica.
Una pubblicità roboante e un book trailer degno di nota hanno stressato le aspettative degli addetti ai lavori e del pubblico. La copertina rosso sangue è rimbalzata su tutti i social e il richiamo a Caravaggio ha fatto il resto. Il pubblico è rimasto a bocca spalancata, preso immediatamente all’amo.
È indubbio che questa opera sia di notevole levatura. La sua trama elaborata, che non lascia spazio a previsioni sulla soluzione del caso e sui moventi del colpevole, prende in scacco il lettore e lo rinchiude dentro alle sue spire.
Eppure traggo la sensazione che il desiderio di lasciare una impronta nel panorama thriller sia stato soverchiante nell’architettura del libro. Un libro in cui, a mio personale parere, si è passata una linea, una demarcazione, lasciando che ogni singolo ingrediente fosse iperdosato, a confezionare un piatto troppo elaborato e ahimè (per me) indigesto.
Il desiderio di compiacere, l’inserimento di troppi elementi narrativi, il richiamo inconscio ad altri capolavori del recente passato (Carrisi? Dan Brown?) mi hanno tolto il gusto per questa opera corposa, che tuttavia ha il pregio di introdurre dei personaggi molto affascinati ( ho una cotta per il tenebroso Costa, per dirne una, uomo dal passato tormentato e pieno di coni d’ombra e un’ammirazione viscerale per Valentina, dalle sembianze angeliche ma determinata e solida come un monolite) e di propinare al lettore un’ambientazione domestica molto suggestiva (si parla anche di Volterra, piccolo gioiello etrusco, romano, mediovale a un passo da casa mia).
Eppure “La condanna dei viventi” ha avuto solo consensi, segno che il problema è solo ed esclusivamente mio. Del resto non posso negare che De Franchi ha addomesticato l’intero impianto narrativo, che, avrete capito, non è affatto lineare ma pieno di colpi di scena. Il ritmo della sua narrazione non ha pecche, né ne ha la sua prosa, che ha un incedere senza sconti, dritta al punto come un treno ad alta velocità, e scevra da qualsiasi divagazione. E credetemi, tenere alta l’attenzione del lettore per quasi 600 pagine non è esattamente da tutti. Senza considerare che qui parliamo di un esordiente!
Capitoli brevi, talvolta brevissimi non stancano l’occhio di chi legge. E il contributo dell’esperienza maturata sul campo fanno il resto.
Insomma, un romanzo in chiaro scuro, che ha solleticato la mia sensibilità per l’abbondanza di effetti speciali.
Come nella vita e così anche nella lettura mi confermo una persona molto frugale, che non ama gli eccessi. Sono convinta che un buon romanzo prescinda dagli espedienti narrativi. Che un buon romanzo non debba sottostare ad una lista di fondamentali. Che un buon romanzo non debba nascere solo per vendere. Che un buon romanzo debba toccarmi nel profondo senza comprare la mia attenzione e il mio clamore.
Rimane comunque saldo l’invito a leggere La condanna dei viventi. Vi regalerete molte ore di pura tensione emotiva e potrete costruire la vostra personale visione su questo romanzo che a breve travalicherà i confini nazionali per approdare all’estero.
E tu, cosa ne pensi? Sei un idealista per cui la scrittura ha sempre un fine superiore? O sei più pratico e cerchi un’emozione forte e trascendente che superi ogni altro aspetto del romanzo che leggi?
L’autore
Marco De Franchi (Roma, 1962) fin da bambino sognava di fare lo scrittore tanto quanto desiderava diventare investigatore. Ha infatti un passato da Commissario Capo di Polizia, periodo durante il quale ha lavorato presso il Servizio Centrale Operativo (SCO), l’ufficio investigativo italiano che più si avvicina all’FBI. Vive tra Pisa e Livorno con la moglie Debora e i due figli. Le esperienze sul campo sono state fondamentali per la scrittura del thriller La condanna dei viventi.
Ancor prima della pubblicazione in Italia, La condanna dei viventi ha suscitato l’immediato entusiasmo degli editori europei. Nei prossimi mesi uscirà in Germania, Spagna, Francia, Olanda, Grecia, Polonia, Lituania e Romania.
- Casa Editrice: Longanesi
- Genere: thriller
- Pagine: 564
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