SARAH la ragazza di Avetrana – di F. Piccinni e C. Gazzanni


E’ arrivato finalmente il tempo maturo dell’estate, che è esploso insieme al corpo. Ha un profumo speciale: sa dei bikini in cotone che Sarah ha iniziato a indossare, della salsedine che si asciuga sulla pelle e la chiazza tutta di bianco, e quando la assaggi ha un sapore salmastro e piccante. Ecco, forse è proprio quello il sapore dell’estate dei quindici anni.

Trama

26 agosto 2010. In Salento, una giovane scompare. È una ragazza bionda, silenziosa, misteriosa. Si chiama Sarah Scazzi. L’Italia intera rimane sconvolta: cosa può essere successo a una quindicenne dall’aria così innocente?

Molte saranno le ipotesi che si alterneranno durante i quarantadue giorni di ricerca. Ipotesi che sveleranno intimi segreti e rancori taciuti, arrivando a costruire un incredibile reality show dell’orrore e del grottesco in salsa pugliese. Avetrana, il paese dove tutto si svolge, ne sarà l’inaspettato set a cielo aperto.

Le indagini porteranno prima alla confessione dello zio della ragazza, Michele Misseri, e quindi alla condanna all’ergastolo della zia e della cugina di Sarah, Cosima Serrano e Sabrina Misseri, che negli anni hanno continuato a dichiararsi innocenti.

Eppure, come rivelano i due autori, la tragicommedia salentina – divenuta il primo processo mediatico del nostro paese – nonostante confessioni e condanne non può ancora dirsi risolta.

Nel segno di A sangue freddo di Truman Capote e de L’avversario di Emmanuel Carrère, Sarah è un romanzo verità ambizioso e spietato, dallo stile insieme lirico e tagliente, che alla precisa ricostruzione di ciò che è accaduto – e, piuttosto, di ciò che è stato deliberatamente taciuto – unisce una riflessione sul male e sulla sua spettacolarizzazione, sulle conseguenze delle proprie azioni e su quanto siamo disposti a sacrificare per le persone che amiamo.


Recensione

Ripercorrere l’ultima estate di Sarah. Le sue giornate, i suoi sogni, la sua vita stretta in quella terra avara e assolata che è il Salento. Entrare in quella vita, che le va stretta. A lei, che vorrebbe fuggire lontano, oppure restare, accanto a qualcuno che le voglia bene e la abbracci quando serve.

Sarah è soltanto una ragazzina, che vuole assomigliare ad Avril Lavigne, che sogna una vita sensazionale, fatta di emozioni e di amore, che si sente sola, tra i sussulti del suo cuore adolescente e le incertezze di un’età ingrata e piena di contrasti.

Sarah, e un corpo che cambia. Che non le piace, perché filiforme come un giunco, ma che invece suscita in chi lo guarda emozioni contrastanti.

Nel 2010 si vive ancora in bilico tra il passato con i suoi pregiudizi e il futuro, fatto di globalità, dentro ad un mondo che si fa piccolo grazie ad internet e ai social. Eppure, ad Avetrana, pare che il tempo scorra più lentamente. Si vive lottando contro una terra secca e arida, con pochi mezzi e, davanti, un futuro incerto dal quale non ci si aspetta molto.

Non c’è tempo, né spazio per star dietro ai sogni di una ragazzina. Sarah trova conforto solo nella compagnia della cugina Sabrina e della sua famiglia. Sabrina, che ha ventidue anni e fa l’estetista, la introduce nella sua compagnia, dove Sarah assaggia i primi bocconi della vita che la aspetta dietro l’angolo. Il mare, gli amici, la birreria di sera, i primi batticuori. Quella voglia feroce di libertà e di amore che non la abbandona mai. Come i sogni, che sono tanti e diversi e che la fanno fremere di impazienza.

Ma Sarah, con la sua curiosità e la veemenza dei quindici anni, l’incoscienza e l’ingenuità e quel candore camuffato da malizia, infrangere un equilibrio. Fa riaffiorare vecchi rancori oppure, chissà, fomenta invidie o gelosie.

Il resto è storia. Una storia che ha occupato i media per mesi e poi per anni. Un tam tam fuori controllo, in cui la morbosità ha preso campo e non l’ha più abbandonato. Il giallo di Avetrana è diventato nel tempo sempre più misterioso. Un giallo con attori che solleticano la curiosità collettiva. Una saga familiare che ha appassionato e diviso l’Italia, che l’ha fatta inorridire, piangere, sperare. Costruendo congetture, spiando la vita di un clan familiare composito e variegato, dove appaiono donne forti e uomini dai trascorsi non troppo cristallini, piegati e induriti da dinamiche complicate che nel tempo si sono indurite, a tessere crepe in un tessuto delicato, pronte a romperlo.

Sarah paga con la vita la sua curiosità e il suo ardore. Una morte assurda, un sacrificio enorme che ci ha irretiti, spiazzati.

Il libro, sospeso tra romanzo e reportage, scandaglia dentro gli anfratti più nascosti della famiglia Misseri scoprendo gli scenari più intimi. La vita di zio Michele, un uomo abituato a faticare, succube delle donne di casa e delle ombre del suo passato. Cosima e Concetta, divise da dissapori che trovano radici nella loro infanzia. Donne abituate a lottare, che non temono la fatica. Donne aride di sentimenti, che non si lasciano mai andare ad un abbraccio. E poi Sabrina, offuscata da un amore non corrisposto, che le fa fare cose che non dovrebbe fare. Su di loro l’omertà, il pregiudizio, le malelingue, a offuscare uno scenario di per sé oscuro.

Quale sia stata la molla che ha scatenato l’inferno non è ancora chiaro. Oggi, a distanza di oltre 10 anni da quel 26 agosto, ci si domanda ancora cosa sia successo quel primo pomeriggio. Chi abbia materialmente ucciso Sarah Scazzi e perché. Gli autori ricostruiscono in maniera millimetrica gli avvenimenti di quei giorni, le fasi delle indagini e quelle processuali, che hanno portato all’ergastolo di Cosima e di Sabrina. Non mancano di evidenziare i dubbi che ancora avvolgono quelle ore fatidiche quando Sarah trova la morte per soffocamento, attraverso lo studio certosino delle testimonianze e delle prove materiali.

Il quadro che ne esce è irto di dubbi; del resto, muovere le mani su un fondo fangoso non può che rendere tutto ancora più confuso e buio.

Flavia Piccinni e Carmine Gazzanni confezionano un’opera che lascia il lettore senza fiato. Ottimamente costruita, con grande rispetto dei fatti e il delicato riguardo che riservano a Sarah, alla sua vita, ai suoi sogni. Una cura, un’attenzione che commuovono e che inchiodano il lettore alle pagine. Un’opera che induce a pesanti riflessioni sulle scelte che muovono le nostre vite e che in un attimo le modificano per sempre. Un libro che indaga senza filtri sui moventi che inducono a scegliere l’irreparabile e a credere che non ci siano altre strade alternative. Che cerca i motivi che spingono a riparare, a difendere, a proteggere chi ci è caro. Un romanzo dentro al reportage, la prosa incantatrice dentro alla cronaca nera. Un tributo a Sarah, alla sua giovinezza e alla sua piccola e preziosa esistenza, che doveva ancora sbocciare e che sarebbe sbocciata, in un fiore del quale non conosceremo mai il profumo e il colore. E, anche, l’ennesima prova che un attimo basta a reciderne il gambo.


Gli autori

Flavia Piccinni (Taranto, 1986) ha pubblicato tre romanzi e un saggio sulla ’ndrangheta. È coordinatrice editoriale della casa editrice Atlantide, collabora con diversi giornali ed è parte della redazione di Nuovi Argomenti. Autrice per Rai1 e Radio3 Rai, è stata insignita del Premio Marco Rossi per l’impegno civile. Con il libro Bellissime (Fandango Libri, 2017) è stata vincitrice di numerosi premi fra cui il Premio Benedetto Croce; ne è stato tratto un documentario disponibile su Netflix e un audiolibro per Amazon Audible.

Carmine Gazzanni (Isernia,  1989), giornalista, autore televisivo per Rai1 e inviato per Rai2. Le sue inchieste hanno dato origine a numerose interrogazioni e denunce parlamentari. Scrive per molti giornali come La Notizia, Panorama e Left. Ha vinto numerosi premi, fra cui il Premio giornalistico Maurizio Rampino e il Premio giornalistico Pietro Di Donato.

Insieme, i due autori, hanno pubblicato sempre per Fandango, nel 2018, Nella Setta (Premio Mattarella Giornalismo e Premio Giornalismo Investigativo  Europeo), che ha dato adito a due proposte di legge, a svariate interrogazioni parlamentari e a un’inchiesta della Squadra Anti-Sette.

Nel 2020 hanno scritto Sarah. La ragazza di Avetrano, che diventerà una serie fiction per Groenlandia e una serie doc per Sky.


  • Casa Editrice: FandangoLibri
  • Genere: reportage
  • Pagine: 311

STORIA DI UNA SCOMPARSA di F. Piccinni e C. Gazzanni


Interrogatorio dopo interrogatorio, era come se non ci fosse più distinzione tra apparenza e essere; tutto si fondeva secondo un senso arcaico e a tratti misterico. La famiglia, in questo piccolo mondo antico, diventava centrale. Ormai era chiaro come la comunità, costruita su segreti inconfessabili, si fosse erta a custode e prigione della sorte di Mauro

Trama

Salento. 21 giugno 1977. Un bambino di sei anni sta giocando di fronte alla casa dei nonni. Si chiama Mauro Romano, ha capelli biondi e lisci, gli occhi scuri. Ha una cicatrice sull’occhio sinistro, e una bruciatura sulla mano destra. Non si allontana mai di casa, eppure quel pomeriggio d’estate di 44 anni fa scompare. Si perde nel nulla, fagocitato fra la polvere e il mare. Per quarant’anni i genitori di Mauro lo cercano ovunque. Fino a ritrovare, un giorno di primavera, sulla copertina di un giornale di cronaca rosa la fotografia di un uomo abbracciato a una nota showgirl. È un emiro arabo, figlio di uno degli uomini più ricchi e potenti di tutto il pianeta.

Eppure, per i coniugi Romano quell’uomo ha qualcosa di famigliare. E ha anche una cicatrice sull’occhio sinistro, e una bruciatura sulla mano destra… E se fosse lui?

A metà fra l’inchiesta e il romanzo, Storia di una scomparsa è il racconto esclusivo, inedito, rocambolesco e avvincente di una vicenda incredibile e unica: il rapimento più lungo del mondo.


Recensione

La storia delle persone scomparse è scritta in luoghi che non possiamo raggiungere, ma solo immaginare. Sono storie di mancanze, di verità non dette. Misteriose, occulte, segrete e nascoste, riposano nell’anima di chi si è perso.

Perdersi e dimenticare. Oppure perdersi e sparire per sempre. Per chi rimane non c’è solo l’enorme dolore della mancanza, ma anche quello, forse anche più insopportabile e pesante di non sapere.

Quando una persona sparisce si crea un vuoto che non si riesce a colmare. Il dolore, la pena per la sua sorte, l’angoscia di non riuscire a riappropriarsi della vita di prima sono macigni. E il graffio più tagliente, la ferita più profonda è quella di trovarsi davanti ad un muro di gomma, che non fa passare l’urlo di dolore di chi rimane.

“Storia di una scomparsa” è tutto questo. Ricostruito con passione certosina e amore per la verità. Con tutti i mezzi, senza risparmiarsi, Flavia Piccinni e Carmine Gazzanni passano al setaccio 44 anni di alterne vicende, che hanno visto più e più volte accendersi la fiamma della speranza, per poi ritrovarsi nuovamente a brancolare nel buio.

E’ la storia di Mauro, un bimbo di 6 anni, vivace, testardo e intelligente. E’ la storia della sua famiglia, gente che vive del proprio lavoro e che non si è sottratta all’esperienza della migrazione pur di garantire un futuro migliore ai propri figli. Mamma Bianca, papà Natale. Una vita vissuta per la famiglia, senza altra distrazione a riempire le loro giornate.

Ma è anche la storia di una comunità, stretta tra gli artigli di quella omertà “che ti fa campare cent’anni” e l’occhio lungo della Sacra Corona Unita. E nella piccola comunità di  Racale c’è un’altra comunità, quella dei Testimoni di Geova, a cui appartengono anche i genitori del piccolo Mauro. Un ambiente con regole stringenti, spesso al limite del lecito.

La storia di Mauro è una storia tutta italiana, che si insinua in un periodo in cui i rapimenti di minori a scopo di estorsione sono frequenti. All’epoca non esiste un impianto normativo che detti le regole da seguire nei casi di scomparsa. Le tecniche investigative sono arretrate e omissioni o leggerezze da parte degli inquirenti non destano troppo scalpore. Del resto, quando si tratta di povera gente, gente comune che non riscuote l’interesse dell’opinione pubblica,  ci si può aspettare che dopo i primi clamori, il caso sia  dimenticato.

Il caso della scomparsa di Mauro Romano non fa eccezione. Vi saranno ritardi, leggerezze, omertà, silenzio. Anche da parte della famiglia, inizialmente, ci saranno remore e dubbi, dettati dalle regole della loro religione. Se non fosse per mamma Bianca, che lotta ogni giorno per scoprire la verità su suo figlio, probabilmente Mauro sarebbe stato presto dimenticato.

Flavia Piccinni e Carmine Gazzanni confezionano un reportage millimetrico e fedele di ciò che accadde quel giorno di inizio estate del 1977 e di tutto ciò che è venuto dopo quel tragico evento. Hanno ascoltato testimoni, letto dossier, scavato a fondo nel materiale che hanno cercato e trovato, nel rispetto della verità.

Hanno dato voce e speranza a Bianca e scoperchiato vasi scomodi. Dato luce alla forza che nasce dalla disperazione e dal rifiuto di una realtà inaccettabile.

Il risultato è un libro che risucchia il lettore dentro alle sue pagine, vergate con sollecitudine e con grande coraggio. I toni mutuati dal giornalismo e la sensibilità di chi ha fatto della scrittura il proprio mestiere regalano un’esperienza di lettura che non lascia scampo e che dà onore alla cronaca toccando con grande delicatezza e sensibilità le corde dei sentimenti.

“Storia di una scomparsa” è un romanzo dentro alla cronaca. E’ reportage sulla recente storia italiana ed è amore materno e speranza che lenisce le ferite più profonde inferte al nostro Paese.

Leggendo ci imbattiamo anche in altri “scomparsi”, le cui storie hanno falcidiato l’Italia. Sono tanti, spesso mai ritrovati e altre volte morti, di inaudite violenze e coercizioni. Un modo per ricordare chi ci ha abbandonato  senza lasciare traccia.

Del resto la storia degli “scomparsi” ha dei numeri impressionanti. E, sebbene i motivi di una scomparsa siano cambiati nel tempo, rimane, dentro ad eventi simili, un senso di incompiuto che è cosmico.

Dunque, è fondamentale scrivere regole, comportamenti, leggi. Ma è addirittura necessario accendere i riflettori non solo su chi si è perso, ma anche su chi cerca.

L’opera finisce senza chiudersi del tutto. Rimane il silenzio a suggellare la mancanza che niente potrà dissolvere, né dimenticare.


Gli autori

Flavia Piccinni (Taranto, 1986) ha pubblicato tre romanzi e un saggio sulla ’ndrangheta. È coordinatrice editoriale della casa editrice Atlantide, collabora con diversi giornali ed è parte della redazione di Nuovi Argomenti. Autrice per Rai1 e Radio3 Rai, è stata insignita del Premio Marco Rossi per l’impegno civile. Con il libro Bellissime (Fandango Libri, 2017) è stata vincitrice di numerosi premi fra cui il Premio Benedetto Croce; ne è stato tratto un documentario disponibile su Netflix e un audiolibro per Amazon Audible.

Carmine Gazzanni (Isernia,  1989), giornalista, autore televisivo per Rai1 e inviato per Rai2. Le sue inchieste hanno dato origine a numerose interrogazioni e denunce parlamentari. Scrive per molti giornali come La Notizia, Panorama e Left. Ha vinto numerosi premi, fra cui il Premio giornalistico Maurizio Rampino e il Premio giornalistico Pietro Di Donato.

Insieme, i due autori, hanno pubblicato sempre per Fandango, nel 2018, Nella Setta (Premio Mattarella Giornalismo e Premio Giornalismo Investigativo  Europeo), che ha dato adito a due proposte di legge, a svariate interrogazioni parlamentari e a un’inchiesta della Squadra Anti-Sette.

Nel 2020 hanno scritto Sarah. La ragazza di Avetrano, che diventerà una serie fiction per Groenlandia e una serie doc per Sky.


  • Casa Editrice: Fandango Libri
  • Genere: reportage
  • Pagine: 264