DUE SULLA TORRE di Thomas Hardy


Una donna esperta che risveglia la passione di un giovanotto proprio nel momento in cui lui cerca di brillare intellettualmente commette quasi un crimine.

Trama

Abbandonata dal marito, un ricco proprietario terriero, Viviette Constantine si innamora di Swithin St. Cleeve, di ben nove anni più giovane di lei, bellissimo, colto e gentile figlio di un curato di campagna. Swithin è un astronomo e lavora in cima a una torre dove trascorre tutto il suo tempo a studiare gli astri e i fenomeni celesti. Il romanzo – ambientato nella campagna dell’amato Dorset – narra la storia del loro amore, che si sviluppa in un intreccio intinto nelle forti passioni del genere “sensazionale”: morti presunte, adulterio, matrimoni segreti, angosciosi patemi riguardo alle convenienze sociali, gravidanze inopportune, nozze riparatrici, cuori spezzati da dolori cocenti e felicità improvvise. Al tempo della prima pubblicazione furono proprio questi elementi della trama, ritenuti peraltro poco congrui con la letteratura “seria”, a far sì che il romanzo attirasse numerose critiche negative e accuse d’indecenza. In seguito, l’evolversi dei costumi ha permesso di apprezzare nuovamente il delicato equilibrio o il voluto contrasto tra il troppo umano delle vicende sentimentali dei protagonisti e la sublime freddezza dei corpi celesti studiati da Swithin con tanta passione e di ascrivere questo romanzo, il nono, fra i migliori della produzione di Hardy.


Recensione

Riscoprire uno dei capolavori di Thomas Hardy è un atto di enorme clemenza verso il genere umano. Non solo per quella frangia di lettori che hanno una inclinazione verso i romanzi inglesi della seconda metà del XIX secolo. No, è un dono per tutti i lettori del nostro tempo, il cui occhio e il cui cuore si è ormai disabituato al linguaggio forbito , alle abitudini, ai modi e alle convinzioni di un’epoca che mai come adesso appare lontana anni luce dalla nostra visione di vita.

In “Due sulla torre” emerge prepotente il delicato e complesso equilibrio tra uomini e donne di quel tempo. Un equilibrio precario, in cui impattano molteplici e imperscrutabili variabili quali l’età, la condizione sociale, il desiderio di raggiungere il prestigio, nella piena  convinzione che il matrimonio sia qualcosa cui cedere facilmente se la passione è impellente e insopprimibile. Ma al tempo stesso anche un atto dal quale cercare di trarre il massimo vantaggio, poiché unico mezzo di realizzazione e sostentamento per la donna.

Ed ecco che lui, il nostro bel Swithin St. Cleeve, dai capelli color del lino e dalle origini popolane, attraente quanto ingenuo, giovanissimo e ambizioso astronomo, si imbatte in lei, Viviette Constantine , donna già matura, sposata e benestante, annoiata da una vita fatta di solitudine. La scintilla che scocca tra loro è  inevitabile e inopportuna. Per lui, che verrebbe sminuito nel suo amor proprio e nel suo personale decoro se cedesse alle lusinghe della donna. Per lei, che si unirebbe ad un uomo troppo giovane, senza una posizione e palesemente senza mezzi.

Niente tuttavia tiene a freno i due innamorati, entrambi ingenuamente vittime dei loro ardori. Questo amore insano è destinato a rimanere segreto.

Da questo spunto nasce tutta l’intera costruzione narrativa di Hardy, in un miracoloso meccanismo di causa ed effetto. Il sotterfugio, perseguito con potente convinzione dai due malcapitati, è fonte di infinite difficoltà, di malintesi, di bugie, di occasioni perse, di intrighi e di incredibili acuti del Caso.

I due, che nutrono verso l’altro una forma assai testarda di ossessione e che sono, al tempo stesso, deboli e inefficaci nel perseguire i loro scopi, finiscono per tendere pericolosamente al grottesco, vittime e artefici dei  mezzi che utilizzano per portare avanti una relazione destinata a indebolirsi sotto i colpi di un destino assai capriccioso e finanche comico, per certi versi.

L’esasperazione del malinteso e della coincidenza come mezzi per ingarbugliare una trama di per sé piuttosto semplice, è portato avanti dall’autore con enorme efficacia. Grazie a questo, la lettura diventa immediatamente fluida, curiosa e interessante.

Il romanzo diventa subito un ritratto meraviglioso di un’epoca in cui i rapporti umani sono avviluppati da un feroce conformismo, da una buone dose di ignoranza, dall’accettazione che il mero calcolo economico giustifichi un unione tra uomo e donna. Superstizione, divario sociale, leggerezza, ingenuità, romanticismo e calcolo regnano incontrastati e fanno a gara a rendere difficile e inutilmente complicata la vita degli uomini e delle donne. Il candore e l’ingenua infatuazione di lui, che cozza sorprendentemente con la sua passione per la scienza, l’infatuazione e la paura di invecchiare di lei sono micce tremende accanto al fuoco. I grotteschi malintesi che subiscono e i pregiudizi a cui sottostanno i due protagonisti sono macigni pesantissimi che è impossibile spostare dalla loro strada.

Che dire di più? “Due sulla torre” non si può raccontare. Si deve leggere. Va assaporato. Va vissuto.

Bello e intricato, romantico e grottesco, avviluppato in una trama che finisce per convergere in un finale inaspettato ma terribilmente coerente.

In fondo è legittimo provare compassione per i due sfortunati amanti, che, forse, in un mondo più vero ed autentico avrebbero subito molte meno vicissitudini. Ma vita è un romanzo, giusto? E senza sacrificio la ricompensa è meno dolce, almeno così si dice….


L’autore

Poeta e romanziere inglese, nasce a Higher Bockhampton, nel Dorset, vicino Dorchester, il 2 giugno 1840. All’età di ventidue anni si trasferisce a Londra e inizia a scrivere poesie che hanno come tema la vita rurale. Non riuscendo ad arrivare al pubblico con la poesia, decide di tentare maggior fortuna con la narrativa. Il suo primo successo fu Via dalla pazza folla, del 1874, cui seguirono Il ritorno al paese nel 1878 e Il sindaco di Casterbridge nel 1886. Dopo lo scalpore suscitato da altri suoi due libri pubblicati tra il 1891 e il 1895 (Tess dei d’Urberville e Jude l’oscuro), in cui derideva le convenzioni dell’epoca vittoriana, Hardy dedicherà il resto della sua vita alla composizione di poesie. Muore a Dorchester l’11 gennaio 1928. Fazi Editore ha pubblicato Nel bosco (2015), Via dalla pazza folla (2016), Due occhi azzurri (2017), Sotto gli alberi (2018), Estremi rimedi (2019) e Due sulla torre (2021).


  • Casa Editrice: Fazi Editore
  • Collana: Le Strade
  • Traduzione: Chiara Vatteroni
  • Genere: classico
  • Pagine: 465