IL POZZO DEGLI ASSASSINI di Alberta Pungetti

Priva di sensi, era coricata sul fianco destro, in una posizione fetale di tardiva autodifesa, con il volto girato di profilo, su un sentiero di ghiaia e pietrisco inclinato dolcemente verso il mare, che urlava gagliardo e bianco di spuma ad un centinaio di metri da lei.

Trama

Antibes, Costa Azzurra. Durante una tempesta notturna viene rinvenuto il corpo di una giovane donna pugnalata al ventre da un tagliacarte d’acciaio e d’osso, priva di documenti. Operata d’urgenza rimane in coma, mentre il commissario incaricato cerca di identificarla; lo affiancano un vignettista che ne ha tracciato l’identikit da diramare su internet, e la sorella sordomuta, ma dotata di un naso finissimo che ne riconoscerà il profumo dagli indumenti indossati. Grazie a loro la sconosciuta viene identificata. Poiché non presenta le classiche ferite da difesa l’indagine prende le mosse dalla cerchia dei familiari e dei conoscenti: il marito, l’amante di lui, il fratello minore, la gemella e il compagno della vittima. Dagli interrogatori emerge il carattere prevaricatore della donna, responsabile di malvagità nei loro confronti così da renderli ostili e forse desiderosi di vendetta. Nessuno di loro ha un alibi certo e tutti hanno un possibile movente.

Romanzo intrigante, originale, che affronta il tema della memoria, l’ambiguità dei sentimenti umani, la potenza del destino. Si caratterizza per una prosa agile, fluida e ben dosata nella costruzione della suspense, in un calibrato sviluppo degli avvenimenti per giungere a uno scioglimento logico e avvincente.


Recensione

“Il pozzo degli assassini” è un giallo in piena regola.

Giallo, nel ritmo incalzante e cadenzato, scandito nello scorrere dei giorni, come un diario. Giallo, nelle atmosfere lievemente esotiche della Costa Azzurra. Ancora giallo, forte ed intenso, nello schema narrativo, che coinvolge più personaggi, tutti sospettabili. E nel mistero fitto che avvolge la morte di una giovane donna. 

Il protagonista, Gabriel Gautier, non è un investigatore, né un poliziotto. E’ un vignettista di un quotidiano che si trova,  quasi per caso, ad essere spettatore dell’intera indagine. Narratore perspicace, brillante ed intuitivo, non ha niente da invidiare al poliziotto più esperto. La sua voce sagace e colorata ci accompagnerà attraverso le pagine di questo romanzo, contribuendo a renderlo una accattivante lettura.

Per contro, il commissario Salvatore Lorrain, di origini italiane,  è un uomo pieno di buone qualità ma assai carente sul piano professionale. L’intuito è una qualità che non gli appartiene e che cerca di sostituire con una certa inclinazione alla diffidenza. Il suo personaggio è un curioso mix di buona volontà e di approssimazione,  condita con una dose di sana ostinazione.

Il nostro Gabriel, eccellente oratore e bravissimo affabulatore, è in verità il personaggio chiave di questo romanzo. Oltre che ad esserne la voce, sarà anche il depositario della verità.

Una verità che stenta a palesarsi. Come in ogni giallo che si rispetti, i molteplici sospetti, gli alibi, i moventi, svieranno l’attenzione dal vero colpevole.

E anche quando l’assassino verrà alla luce, le sorprese non saranno affatto terminate. Il finale è sorprendente e decisamente spiazzante, degna conclusione di questa piacevole lettura.

I toni leggeri, pacati, il fiorire di sospettati e di ipotesi, la presenza di personaggi carismatici e finanche un po’ strampalati, la sottile ironia che si intuisce tra le righe, fanno di questo romanzo una vera chicca, che si legge in un fiato e che non cessa mai di catturare l’attenzione.

Un romanzo che è una giostra che gira ipnotica a confonderci in un vortice di sospetti. Gira e dipinge le complesse dinamiche che sottintendono gli affetti e i subdoli moti interiori dell’uomo.  Gira a indicarci, uno ad uno, vizi e virtù dei malcapitati di cui finiamo per sospettare: la femme fatale, la governante misteriosa, l’amante danaroso, la ragazza dall’olfatto magico, il malcapitato sulla scena del delitto, la gemella rancorosa.  Un gioco al massacro ma anche l’occasione per riflettere sulle cause e gli effetti delle nostre azioni.


L’autrice

Bolognese, dopo alcuni anni di attività teatrale si è laureata in Lettere e si è trasferita a Reggio Emilia, dove ha insegnato italiano, latino e storia in Istituti Superiori e Sperimentali. Appassionata di poesia riene conferenze su poeti del ‘900 e contemporanei.

Ha pubblicato un volume di poesie A stomaco vuoto, Medusa Edizioni, una raccolta di filastrocche Tetta poppa fiordilatte , il romanzo La bolognese non abita più qua, Este Edition.

Vive a lavora a Quattro Castella, in provincia di Reggio Emilia.


  • Casa Editrice: Giovane Holden Edizioni
  • Collana; Mysteriuos Park
  • Genere: giallo
  • Pagine: 115

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