INTERVISTA A GIOELE URSO, autore di “Calma & Karma” edito da Golem Edizioni

Ho conosciuto questa autore in occasione della lettura del suo ultimo romanzo, “Calma & Karma”, un noir ambientato a Torino, in cui l’omicidio di una giovane nigeriana scoperchia scenari intrisi di un disagio che conosciamo ormai bene ma che forse non siamo ancora pronti ad accettare.

Gioele Urso mi ha gentilmente concesso un’intervista, che con enorme piacere vi riporto di seguito, invitandovi, ovviamente, a (ri)leggere la mia recensione sul blog.

  1. Vorrei che ci parlassi del protagonista del tuo romanzo, il commissario Riccardo Montelupo, un uomo di poche parole, schietto, quasi irriverente, con una predilezione quasi patologica per la verità. A chi ti sei ispirato per questo personaggio?

La tua è una domanda per me difficile. Non sono uno di quegli autori che progetta a tavolino la nascita di un personaggio o di una serie. Spesso mi lascio trascinare dal gioco della scrittura. Montelupo dunque nasce da una serie di fattori. Primo tra tutti le contaminazioni che ho subito negli anni da lettore. Ho amato Poirot, Montalbano e, in tempi più recenti, l’ispettore capo Chen di Shangai che è nato dalla penna del giallista cinese Qiu Xiaolong. Il commissario Riccardo Montelupo nasce da queste contaminazioni, ma anche dai personaggi che ho avuto modo di incontrare durante la attività di giornalista.

  • Sempre rimanendo in tema “Montelupo”:  Di lui non ci fai sapere molto. Nessun cenno al suo passato, alla sua vita privata. Eppure siamo al secondo romanzo con protagonista questo integerrimo poliziotto, cosa che fa presagire che ci saranno altre puntate di questa serie. Perchè hai scelto di essere così misterioso? Dovresti sapere che i lettori di thriller sono dei curiosi patologici!

Non amo i romanzi didascalici e dunque da autore preferisco lasciare spazio al lettore. La scrittura e la lettura sono un gioco che si fa in due. Preferisco che i miei personaggi siano caratterizzati per le scelte che compiono e per quel che fanno. Curo molto i gesti e gli umori, che sono un modo per rendere i protagonisti delle storie più umani. C’è da dire un’altra cosa però, il vero protagonista della vicenda non è Montelupo, ma la vittima. Di lei cerco di svelare, poco per volta, ogni piccolo dettaglio.

  • Veniamo alla trama. In “Karma e Calma” assistiamo all’omicidio di una ragazza nigeriana. Una giovane donna con un passato doloroso e un’esistenza ai margini della società. Un omicidio, insomma, che rischia di non interessare affatto l’opinione pubblica, facilmente incline a considerare il fatto come l’ennesima uccisione di una prostituta o di una tossicodipendente. Parlaci di questa tua scelta narrativa.

Ho scelto di raccontare questa storia perché con i noir cerco di mettere in luce aspetti della nostra quotidianità ai quali spesso preferiamo non far caso. La prostituzione, la povertà, la micro criminalità sono intorno a noi, ma spesso preferiamo pensare che la cosa non ci coinvolga. Invece non è così. Il noir è un modo leggero per discutere di temi che solitamente sono relegati a salotti televisivi noiosi o alle pagine interne dei giornali, che ormai leggono in pochi. 

  • Ciò che rende speciale questo romanzo è, a mio avviso, la meravigliosa e toccante descrizione della vita di Assya, la vittima. I suoi ricordi, le sue speranze, la sua dolorosa esistenza in una società cieca e diffidente. Cosa ha rappresentato per te il personaggio di Assya?

Assya è un personaggio speciale. In lei ho voluto raccogliere le storie di sofferenza di uomini e donne che ho incrociato sul mio percorso. Sono un giornalista, ho lavorato per istituzioni e ho visitato centri di detenzione, centri per il rimpatrio e centri di prima accoglienza. Sono stato in case rifugio e case famiglia. Ho parlato con chi cerca di dare nuova speranza a queste persone che non hanno nulla a parte la loro speranza. Assya è tutto questo.

  • Il romanzo è ambientato a Torino, una città che tu descrivi senza utilizzare filtri. Torino che mostra i suoi gioielli più preziosi, la sua bellezza, la sua magnifica storia, i fasti del suo passato, ma affoga nel degrado più profondo. Un luogo in cui le Assya di tutto il mondo sono spettri invisibili, che giungono indesiderati a insidiare la nostra coscienza. Qual è il messaggio che vuoi darci?

Di andare oltre. La narrazione che subiamo quotidianamente in materia di immigrazione è a senso unico. Ci dicono che lo straniero è uno spacciatore, un ladro o una prostituta, invece spesso sono persone con storie difficili alle loro spalle. Bisogna andare oltre la propaganda dei partiti o i titoli dei giornali per capire veramente il mondo che ci sta intorno. Un mondo che noi, ma anche le istituzioni, preferiamo ignorare.

  • Nel tuo romanzo emerge prepotente l’immagine di un mondo sommerso e disperato, manovrato dalla mano invisibile dei potenti. Un’immagine che lascia ben poco spazio alla speranza di un mondo migliore. Per questo aspetto “Calma & Karma” diventa un’opera che denuncia la corruzione della nostra società. Pensi sia riduttivo definire il tuo romanzo “solo” un thriller?

Io spero che il mio libro piaccia ai lettori e che al termine della lettura abbia lasciato qualche spunto di riflessione. Poi che sia considerato noir, thriller, giallo politico o altro non mi interessa. L’importante è che sia una chiave per iniziare un discorso.

  • Vuoi spiegarci il significato del titolo che hai dato al tuo romanzo? Cosa vuol richiamare il titolo “Calma & Karma”?

Nella vita ci vuole ‘calma’ per risolvere le questioni delicate, ma si deve fare affidamento anche nel ‘karma’ proprio e degli altri per avere quell’aiutino di cui necessitiamo.

  • Gioele,  quali sono i tuoi progetti letterari per il futuro?

Ho due storie nel cassetto che non sono propriamente riconducibili al genere noir e che mi piacerebbe portare a termine. Ci sto pensando. Intanto Montelupo ogni tanto viene a farmi visita perché ci sono delle cose che ha lasciato in sospeso e vorrebbe risolverle. Ne stiamo parlando.

  • Cosa legge Gioele Urso? Che libro c’è attualmente sul tuo comodino?

In questo momento sto leggendo il secondo volume di ‘M’ di Scurati. I miei autori preferiti sono Stephen King, Irvine Welsh, Nck Hornby, Andrea Camilleri, Chuck Palahniuk e Gabriel Garcia Marquez. In qualche modo ognuno di loro ha contaminato la mia vita di uomo, lettore e autore.

Grazie infinite a Gioele Urso e alla Casa Editrice “GOLEM EDIZIONI” che ha fatto sì che questa intervista fosse possibile.