CERCANDO BEETHOVEN di Saverio Simonelli

«Maestro, la vostra musica io l’ho capita. Il vostro segreto, che è semplicissimo ma inimitabile: un’aderenza totale allo spirito di quello che esprime… La maggior parte dei musicisti pensa a impressionare,
a trovare il motivo caratteristico, la melodia che suscita un affetto. Voi no. Voi avete a cuore quello che la musica ci dice, che aveva detto molti anni fa e vuole continuare a dirci, voi cercate la sua voce antica,
cercate di restituirla per come era. Non le fate attraversare il tempo, la lasciate a casa propria».

Trama

In occasione del 250° anniversario della nascita, il primo romanzo con protagonista Ludwig van Beethoven: il ritratto intimo e commovente di un uomo che ha cambiato per sempre la storia della musica.

Spinto dal desiderio di scoprire il segreto della musica di Beethoven, un giovane si mette sulle tracce del celebre compositore durante un’estate trascorsa a Heiligenstadt, un sobborgo di Vienna dove Beethoven si reca abitualmente in villeggiatura. Il sogno di Wilhelm è quello di diventare un grande musicista, ma non è il solo a coltivare questo desiderio di successo in una città in cui abbonda l’ambizione, vista la presenza di numerosi intellettuali, artisti e scrittori. Con lui ci sono anche Andreas, un giovane boemo – violinista e pianista – discendente da una famiglia nobile, e una ragazza a dir poco enigmatica, Queenia. Alcuni incontri metteranno in contatto i tre, legati dalla stessa ossessione, con il Maestro, dopo un goffo tentativo di introdursi nella sua abitazione in cerca di un misterioso manoscritto. Sullo sfondo di questa intrigante vicenda, che sconvolgerà la mente di uno dei protagonisti, gli avvenimenti burrascosi e le figure decisive della Vienna di inizio Ottocento con i suoi sfarzosi salotti, i magnifici teatri e i lussureggianti giardini. In questo originale romanzo, denso di pagine raffinate e filologicamente accurate, il fermento della Vienna di Beethoven è ricostruito alla perfezione nel racconto di aneddoti su eventi e intellettuali dell’epoca – da Novalis a Hoffmann, da Goethe a Grillparzer – in una magistrale celebrazione della cultura del tempo.

Un romanzo sul potere salvifico della musica e sulla sua grande capacità di avvicinare e unire le persone, scritto con uno stile ricco e curato che ha tutto il sapore di un classico.

Recensione

Mi sono chiesta, subito dopo aver finito la lettura di “Cercando Beethoven”, se questo romanzo possa essere considerato una biografia del più celebre compositore della storia. Una biografia parziale, certo. E per di più scritta da un io narrante che si preoccupa, anche, di narrare gli avvenimenti della sua vita, probabilmente ben meno interessante di quella del Maestro.

O se invece sia il tentativo, magnificamente centrato, di umanizzare una figura da sempre idealizzata, sulla quale aneddoti, luoghi comuni e varie amenità si sono succedute nel tempo, ad annacquare, distogliere e rendere nebulosa la figura di Beethoven.

Ma in fondo, ho continuato a chiedermi, è davvero importante incasellare in un modo o nell’altro questo romanzo?

La risposta ovviamente è negativa.

“Cercando Beethoven” è una storia immaginata, che si insinua nella Storia, quella maiuscola. Intorno al Maestro, gravitano numerosi personaggi frutto della fantasia dell’autore (mi riferisco a Wilhelm, a Queenia, a Andreas) ma troviamo anche un novero di personaggi che invece sono davvero esistiti, coevi del Maestro e altrettanto famosi. Vi è un’epoca, affascinate e densa di fermento. Vi è una città, palcoscenico dell’arte e della musica. Vi è una società, spocchiosa, altera e magnificamente consapevole di rappresentare il cuore di un periodo storico in cui l’Arte detta legge al costume e ai comportamenti.  Un’epoca frivola e decadente, abbacinata dagli ideali della Rivoluzione Francese e pronta a chinare il capo di fronte ai nuovi potenti, uno per tutti Napoleone Bonaparte.

Il contesto storico è ben rappresentato da Simonelli, che ne interpreta ottimamente gli umori e le speranze.

Ma sebbene Beethoven sia l’oggetto e non il soggetto del romanzo, ciò che ne emerge prepotentemente è proprio la figura di questo geniale compositore, dipinta con un tratto diverso dal consueto. Simonelli spoglia Beethoven del suo alone di perfezione e di irraggiungibilità. Dalla sua penna sapiente e arguta, Beethoven esce completamente “umanizzato”. Un uomo molto solo, afflitto dalla sordità che tiene nascosta al pubblico perché screditerebbe la sua professione. Irritabile, goffo, schivo, consapevole delle sue capacità ma anche afflitto da una sorprendente forma di insicurezza.

Un uomo che ha rivoluzionato il modo di fare musica. Che crea una musica che appare caotica alle orecchie dei più. Ma che usa la musica per raccontare storie. Con un linguaggio incredibilmente soave e dirompente, ma anche, spesso, incomprensibile. Beethoven fa della musica un’esperienza mistica. Una sorta di transustanziazione, quel processo, caro ai cattolici, per cui la materia inerte diventa vivente.

Munito delle stesse armi, le note, le scale, l’armonia, Beethoven dà vita a qualcosa di mai visto prima. Perché la musica ha bisogno di cambiare registro: la musica voleva stare con gli uomini, voleva la polvere e gli altari dei destini umani. Consolarne i rovesci, esaltarne le conquiste, struggersi dei loro amori.

La consapevolezza della potenza della musica diventa quasi crudele. E’ una sensazione sconvolgente e cambia per sempre la prospettiva nei confronti di quest’arte sublime.

Beethoven fa della musica un’esperienza corporale, un amplesso tra mente e corpo. La musica diventa una creatura vivente che serba la memoria del suo creatore. La musica non è più un’algebra dei suoni che sapientemente combinata produce melodie incantevoli, ma il frutto della mente e del cuore di chi la compone, frutto che assume una vita ed un carattere proprio.

Ecco che il romanzo non è solo un tributo a Ludwig van Beethoven, ma anche un obbligo di riconoscenza dell’uomo verso la musica.

La storia di Wilhelm, Queenia e Andreas alla fine è solo un pretesto. Come un gingillo abbellisce la trama del romanzo e lo rende più leggero e fruibile. In fondo, ognuno di questi tre personaggi rappresenta ciò che la musica produce nell’uomo. Wilhelm è la passione, il desiderio di emulazione e il bisogno di conoscenza. Queenia è la spontaneità e l’intuito. Andreas è infine la follia, la ricerca del lato metafisico, la magia.

Sono questi personaggi ad insegnarci che la musica è un fulcro potente intorno al quale ruota tutto il resto. La musica muove questi personaggi instillandogli nuovi sentimenti, che possono culminate con la passione, l’amore ma anche con la follia.

“Cercando Beethoveen” è un romanzo che appare già vecchio ancor prima di essere letto dal grande pubblico, perché parla il linguaggio proprio dei classici. Iconico, dirompente e appassionante, ha già creato per il Maestro un nuovo palcoscenico sotto il quale ammirarlo in tutta la sua grandezza e gli ha confezionato una veste nuova, che lo rende simile a noi comuni mortali, quelli che fischiettano, stonati, i passaggi più famosi delle sue sinfonie, inconsapevoli, talvolta, di star demolendo con incredibile leggerezza, delle pietre miliari della musica.

Ma la musica è anche questo. E’ condivisione, gioia e estasi. E lo è per chiunque. Senza preclusioni.

Simonelli confeziona un romanzo che stupisce per la capacità di modificare l’approccio alla musica dell’uomo comune. Il suo linguaggio è efficace, metaforico, pieno di immagini, sicuro e consapevole di spaccare concetti e stereotipi consolidati. Un manuale di istruzioni per l’uso, che insegna a guardare alla musica e al suo maggior artefice da un’altra prospettiva. Una full-immersion nella middle europa di inizio ottocento, quella che siamo abituati a ritrovare nei classici della letteratura e che non ci si aspetta da un autore contemporaneo che si dimostra, invece, un perfetto interprete di quel tempo.

  • Casa editrice: Fazi Editore
  • Genere: narrativa
  • Pagine: 451
  • Data di uscita: 12 novembre 2020

L’autore

Saverio Simonelli, giornalista professionista, è vicecaporedattore del tg2000 per cui cura e conduce la rubrica culturale Terza Pagina. Laureato in Filologia germanica e traduttore, ha pubblicato diversi libri di saggistica e racconti per ragazzi. Questo è il suo primo romanzo.