LA CERCATRICE DI FUNGHI di Viktorie Hanisova

Corsi fuori dalla casa. Avrei voluto continuare a correre e correre, lontano da quell’inferno, finchè per la stanchezza non fossi caduta a terra. Invece mi nascosi sotto il gelso, nell’angolo del giardino e sotto i suoi rami spessi e carichi, da cui mi spuntavano solo i piedi, scoppiai a piangere. Rimasi lì seduta per diverse ore, finché mia madre mi chiamò per il pranzo. Quindi mi asciugai le lacrime con il dorso della mano e li raggiunsi in cucina.

Trama

Sára ha 25 anni e vive in una vecchia casa nella Selva Boema. Tutte le mattine si alza, indossa un paio di vecchi scarponi, afferra il cestino e imbocca il sentiero che suo padre le ha insegnato da bambina, in cerca di funghi da rivendere alla taverna locale. I funghi sono il suo sostentamento, la sua condanna e la sua ossessione: certamente l’unico campo in cui lei, ex studentessa modello, oggi eccelle. Ogni notte Sára la passa insonne. La sua vita trascorre a un ritmo immutabile, e la routine è interrotta solo dai controlli trimestrali con la psichiatra. Ma la morte della madre, l’assillo dei fratelli per l’eredità, un cambio di gestione alla taverna e l’inattesa amicizia di un vicino la costringono ad affrontare i ricordi di un’infanzia che ha voluto nascondere anche a sé stessa.


Recensione

Il mio primo incontro con la casa editrice Voland avviene con questo romanzo, introspettivo, profondo, toccante e scritto magnificamente. Un libro che mi ha incantata, coinvolta, emozionata.

Una storia semplice, che non cede alle lusinghe di una trama complicata ma si accontenta di creare mirabili ricami attraverso i ricordi e il presente di Sára, la cercatrice di funghi.

Viktorie Hanisova ambienta il suo romanzo nella Selva Boema, una terra poco conosciuta, fitta di boschi e di foreste, dove il turismo non ha ancora preso il sopravvento sui fianchi umidi e ombreggiati, sotto gli alberi secolari, nei profumi inebrianti e atavici del sottobosco. Là, dove i funghi crescono rigogliosi ma nascosti, celati agli occhi di chi non sa coglierli, tra i fili d’erba di un verde accecante, tra la bruma del mattino, sotto le foglie timide, cadute a terra per caso, a formare un tappeto odoroso e soffice. I funghi, organismi complessi, che obbediscono a leggi naturali sconosciute ai più, cappelli del colore della terra che spuntano nello spazio di una notte e che celano sotto di sé un mondo imperscrutabile e pieno di mistero.

Sára sa tutto dei funghi. Conosce ogni specie e ogni anfratto in cui trovarli. Prima per pura passione, poi per necessità. I funghi hanno attraversato tutta la sua giovane esistenza, grazie a suo padre, che l’ha iniziata a questa arte. Fino a che la sua piccola vita è andata in frantumi. Allora i funghi sono diventati salvezza, sostentamento, rifugio, fuga da una realtà orribile.

Nella vecchia bicocca di famiglia nel cuore della foresta, Sára  conduce un’esistenza misera e miserabile. Stretta ai margini da ricordi spaventosi, rifiutata dal mondo che prima l’accoglieva e la proteggeva, bollata dalla società che la crede folle e la marchia come pericolosa e inetta. Una vita schiacciata sotto un peso enorme e gli sforzi, vani ed estenuanti, per risalire a galla. Un metro avanti e cento indietro.

La voglia di cambiare, di ribellarsi, di tagliare i ponti con la sua famiglia. Il bisogno di rinascere, di reinventarsi, di credere in qualcosa, di fidarsi degli altri. E la paura di non farcela. La consapevolezza di tornare a cadere, sempre più in basso. La vita che fugge via. Una vita che è un voltagabbana, una delusione, un fallimento.

Viktorie Hanisova riesce a dare la luce ad una storia di resistenza e di redenzione, attraverso un linguaggio semplice, accorato, profondo. Viktorie tocca le corde più sensibili di chi legge, stravolgendo ogni sua emozione e graffiando nell’intimo fino a farlo sanguinare. L’autrice riesce a rappresentare al meglio le tenebre che attanagliano una vita. Le ali tarpate, la bocca tappata, il fiato che manca, la vita che scivola via.

La strenua lotta contro i fantasmi dell’infanzia. Il fragore che si alza quando ogni certezza cade e si spezza in mille frammenti. L’irrompere della solitudine in una vita che prima era serena, felice, piena. E la risalita verso l’ossigeno, verso la luce. La rinascita, dove prima c’era solo morte e negazione.

Attraverso frequenti flash back il romanzo riesce nell’intento di dipingere distruzione e salvezza. Follia e ragione. Morte e vita.

Consiglio questo romanzo a chi si sofferma ad osservare la parabola di un’esistenza. A chi sa cogliere tragedia e luce dallo stesso evento. A chi non si piega alle sbandate del destino. A chi crede che la vita trova sempre la sua chiave di lettura. E di volta.

E a chi trae la luce dalla bellezza delle parole e dalla forza delle immagini.


L’autrice

Vicktorie Hanisova (Praga, 1980) è considerata l’astro nascente della letteratura ceca. Scrittrice, traduttrice e docente di lingue. Ha esordito nel 2015 con il romanzo Anežka, accolto positivamente da critica e lettori. I suoi libri sono tradotti in spagnolo, catalano, tedesco, croato, polacco e arabo. La cercatrice di funghi è il suo secondo romanzo.


  • Casa Editrice: Voland
  • Collana: Amazzoni
  • Traduzione: Letizia Kostner
  • Genere: narrativa straniera
  • Pagine: 308

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