
Trama
Capelli lunghi legati con un codino, impulsivo, insofferente alle gerarchie e alle ingiustizie, l’ispettore Massimo Valeri è conosciuto da tutti come l’Indiano. Abita in una barca ormeggiata nel Porto turistico di Roma e le sue uniche compagne di vita sono una moto Guzzi California EV e Lorena, gatta dal portamento aristocratico che si presenta ogni giorno per reclamare cibo. Nel suo passato c’è Giulia, la sola donna che abbia mai amato davvero. Nel suo presente, un intricato caso da risolvere. Da una settimana una ragazza eritrea staziona davanti al commissariato del XVII distretto e chiede giustizia per la scomparsa del suo compagno Jemal, uno dei tanti fantasmi sbarcati in Italia. I giornalisti sono attirati dalla protesta e la polizia non ha risposte: per il sostituto commissario Bruno Tognozzi, detto il Cane, la faccenda è spinosa e l’Indiano, da poco entrato nella squadra ma già in rotta con il superiore, è la persona giusta su cui scaricare il problema. In una Roma sferzata dalla pioggia che si prepara alla piena del Tevere, tra disperati, potenti e faccendieri di ogni sorta, l’ispettore Valeri si troverà implicato in un’indagine ben più delicata del previsto. Da quella scomparsa infatti parte un filo sottile e invisibile che lega i destini e gli interessi di individui insospettabili. Antonio Fusco dà vita a un nuovo imperdibile protagonista del noir italiano: irregolare, scomodo e solitario, non vi dimenticherete facilmente dell’Indiano.
Recensione
Tornare a leggere Fusco, per me, è un po’ come tornare in un luogo sicuro. Dopo aver seguito per anni la storia del suo Commissario Casabona, ho iniziato la lettura de “Io sono l’indiano” con grande entusiasmo e con la certezza di ritrovare una trama ottimamente costruita, una rete coerente di personaggi e una storia che non si esaurisce esclusivamente in una indagine. Eppure, il mio pensiero tornava al Commissario Casabona, primo meraviglioso protagonista dei romanzi di Antonio Fusco. Un uomo di legge, un uomo di altri tempi, perfetto rappresentante di una generazione che mette innanzi il cuore alla testa e non può evitare di essere coinvolto anche dal lato umano di una indagine di polizia. Come poteva, Antonio Fusco, averlo lasciato andare via così? Accantonato, messo in quiescenza, senza un saluto, una parola. Abbandonato a se stesso, come del resto noi lettori, lasciati ad interrogarci sulle sue sorti?
Ma ho dovuto arrendermi alla legge del “chiodo scaccia chiodo”. Fusco, l’inossidabile funzionario della Polizia di Stato, napoletano di nascita e toscano d’adozione, ha nuovamente calato l’asso. E incassato la posta in gioco, con una semplice mossa.
Dunque, chi è questo indiano?
Un ispettore irriverente, dai tratti orientali e dalle origine dubbie. Un pinzetto e un codino sulla schiena. Insofferente alle regole ma con un suo codice d’onore. Un uomo solo e una gatta bianca e nera che ogni sera reclama cibo e attenzioni. Un uomo che ha amato una volta sola e che non si concede di amare di nuovo.
Ecco dunque il nuovo protagonista nato dalla eclettica penna di Antonio Fusco. Al secolo Massimo Valeri, lavora a Roma, in un commissariato che unisce una varia umanità. Un po’ malvisto dal suo superiore, che lo costringe a seguire un caso che appare poco attraente, ma che nasconde un sottobosco di fatti, antefatti e sotterfugi politici.
Il tema di questo romanzo è l’immigrazione e i sottili meandri che circondano quello che appare a tutti gli effetti il fenomeno sociale dei nostri tempi. L’indiano si troverà a scavare in un fondale insidioso, che se smosso rilascia fango e dolore. Una indagine intricata, la cui posta in gioco non è solo la vita di un migrante scomparso e di una giovane donna che grida giustizia.
Fusco ci propina questa storia con una penna in splendida forma. Precisa, attenta, incline alla riflessione, buona per scuotere le coscienze e al tempo stesso ottima per regalare pura evasione.
Una scrittura che scorre leggera a che sa anche essere pesante come un macigno, quando scandaglia gli aspetti più abietti della nostra società. Una scrittura che non soffre il peso del tempo, che ha sempre molto da dire e che sa come intrattenere il lettore e che affianca all’indagine spaccati di vita vera che riescono a disegnare i confini del nostro vivere quotidiano.
Fusco è la dimostrazione che una vera vena narrativa non si esaurisce mai. Al contrario si arricchisce sempre e sa avventurarsi anche su terreni mai sperimentati prima, senza sforzo e senza forzature.
So di avervi incuriosito. E so che chi mi legge è in larga parte sensibile al fascino subdolo del thriller. Perdonatemi se ho scatenato la voglia irresistibile di leggere questo nuovo romanzo. Ma, sappiatelo, vi sto facendo un gran favore in realtà. E, in ultimo, gioite. Perché potrete soddisfare fin da oggi la vostra curiosità. Perché “Io sono l’indiano” esce oggi, in tutte le librerie e negli store on line.
Buona lettura. E l’indiano conquisterà il vostro cuore… inevitabilmente.
L’autore
Antonio Fusco (Napoli, 1964) è funzionario nella Polizia di Stato e criminologo forense. Vive e lavora in toscana. E’ autore della fortunata serie del Commissario Casabona.
- Casa Editrice: Rizzoli
- Collana: NeroRizzoli
- Genere: thriller
- Pagine: 212
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