ESERCIZI DI FIDUCIA di Susan Choi

Di Esercizi di Fiducia ce n’era una varietà infinita. Alcuni erano basati sul dialogo e somigliavano alla terapia di gruppo; altri richiedevano silenzio, occhi bendati, cadute all’indietro da tavoli o scale a pioli sull’intreccio formato dalle braccia dei compagni.

Trama

Sono gli anni Ottanta; David e Sarah, quindicenni, frequentano un’accademia d’arte drammatica e si sono appena innamorati; come molte storie adolescenziali, la loro sarà breve, intensa, piena di passione e di incomprensioni, esposta alle interferenze dei coetanei e degli adulti, fra cui il carismatico professor Kingsley. A distanza di quindici anni, un’ex compagna di scuola ripercorre gli eventi di quei mesi da un altro punto di vista, rivelando che ciò che ci è stato raccontato è solo una versione imperfetta e parziale dei fatti. E ancora più avanti nel tempo, con un ulteriore ribaltamento di prospettiva, scopriremo (forse) la dolorosa verità.

Un romanzo a più voci che racconta l’amicizia, il desiderio, la fragilità e le ossessioni degli adolescenti, le dinamiche di sesso, potere e consenso, il delicatissimo rapporto fra insegnanti e allievi e l’attrito fra verità e finzione in ogni forma di racconto, dal teatro alla letteratura; appassionante e sorprendente, ricco di sottigliezza psicologica e colpi di scena, è l’opera che ha definitivamente consacrato presso critica e pubblico un’autrice già finalista al premio Pulitzer.

Recensione

Ho desiderato avere tra le mani questo romanzo fin dalla sua uscita. Una forma di estrema e quasi fastidiosa curiosità mi ha spinto a leggerlo, probabilmente perché volevo permettermi l’ennesimo salto indietro nel tempo, agli anni ottanta, che mi hanno visto adolescente, proprio come i protagonisti del libro di Susan Choi.

Invece, non mi sono mai riconosciuta in quegli adolescenti inquieti e precoci. Io, adolescente di provincia, con i retaggi dell’educazione cattolica ancora cuciti addosso. Con i “non posso”, i “meglio di no”, i “che direbbero i miei se lo sapessero”.

Sarah, David, Karen, Manuel e gli altri invece si rivelano fin da subito adolescenti indipendenti, liberi in ogni accezione del termine, automuniti, avvezzi al sesso e all’amore. Insomma, lontani anni luce dal mio vissuto.

Del resto, siamo in una metropoli degli Stati Uniti. Dove tutto è enorme. Dove tutto è possibile. Dove padri e madri hanno da tempo allentato le redini sui colli imberbi e ancora teneri dei figli. Figli che amano in modo totale. Capaci di slanci incredibili, di emozioni forti e di lacrime.

Susan Choi scava nel profondo dell’animo di questi ragazzi. Scandaglia, pungola, senza remore.

Il suo linguaggio è fitto, una rete di sussurri e di grida. E’ una discesa dentro ai loro corpi e nelle loro teste, senza un paracadute che salvi il lettore dalla sua buona fede.

E’ davvero lodevole questo suo calarsi nei panni dei protagonisti, questo incarnare così bene l’incertezza e le paure dell’età evolutiva. Le pulsioni che li avvicinano al mondo degli adulti e le paranoie che li fanno ripiombare nell’adolescenza.

“Esercizi di fiducia” è esattamente questo. Il ripetersi di comportamenti, di cause e di conseguenze che accompagnano i ragazzi verso l’età adulta. La fiducia è un bene primario, che però non è così facilmente reperibile. La fiducia va conquistata, piano piano, a costo di lacrime e di delusioni.

Le dinamiche di questo manipolo di adolescenti sono accentuate dalla loro propensione alla finzione. E anche dalla loro abitudine a fingere. Nella prestigiosa scuola di teatro che frequentano è necessario sapersi calare in molte vite immaginarie e per farlo alla perfezione occorre fare molta pratica. Per loro, quindicenni alle prime armi, la vita e la finzione si intrecciano e si confondono. La parte da recitare impatta sempre sul vissuto e modifica le loro vite vere fino a stravolgerle.

Le loro vite sono argilla nelle mani di mille manovratori, non sempre dalle limpide intenzioni. I loro intimi pensieri sono creta, che giorno dopo giorno assumono una forma diversa.

Ed infatti, a distanza di diversi anni, quando ormai i protagonisti sono trentenni, molte cose accadute a scuola assumeranno una forma assai distante da quella che sembrava essere. Ed ecco che i malintesi e i fraintendimenti, il detto e il non detto saranno codificati nella maniera giusta, a mostrare le cose per quelle che sono.

Ho trovato questo romanzo illuminante. Susan Choi interpreta l’immaginario dell’adolescenza con grandissimo acume e ci mostra le nostre infinite capacità di interpretare la realtà con il nostro personale metro, frutto delle nostre paure e delle nostre ossessioni del momento.

La realtà che ci viene raffigurata è spesso fallace e fuorviante, in un modo doloroso e per certi versi devastante. Ma la giovinezza del resto è proprio questo. Esaltazione, paura e trasfigurazione dei fatti. I macigni che da giovani non si possono spostare neanche di un centimetro appaiono simili a granelli di sabbia se guardati con gli occhi della maturità. Quando, cioè, non vi è più nessun timore. Quando si è perso, però, tutto il nostro ingenuo candore, tutte le aspettative dolci amare della vita.

Una scrittura che è un fiume in piena, con la stessa forza distruttrice. Una lettura che travolge, che fa nascere in noi un sorriso amaro, per ciò che abbiamo perso irrimediabilmente.

L’autrice

Susan Choi (1969) è nata negli Stati Uniti da padre coreano e madre ebrea americana. Vive a Brooklyn e insegna letteratura inglese a Yale. È autrice di cinque romanzi, fra cui American Woman (2003), finalista al premio Pulitzer, e A Person of Interest (2008), finalista al PEN/Faulkner Award e vincitore del PEN/W.G. Sebald Award. Esercizi di fiducia, che ha vinto il National Book Award per la narrativa nel 2019, è il suo primo libro tradotto in Italia.

  • Casa Editrice: Sur Edizioni
  • Traduzione: Isabella Zani
  • Genere: narrativa straniera
  • Pagine: 320