OLTRE IL FIUME di Federica Gaspari

La montagna non è solo casa mia. E’ un modo di essere, è il sangue nelle vene. E’ difficile da spiegare. Si sente dentro.

Trama

Una serie di brutali omicidi sconvolge una cittadina di montagna, costringendo il criminologo del RIS Alan Giuliani a tornare al suo paese d’origine. Un solo dettaglio sembra legare le vittime tra loro: tutti i corpi riportano uno strano simbolo che suggerisce rituali di natura esoterica, eppure c’è qualcosa che non torna. Chi è il killer del fiume? Che cos’hanno a che vedere le vittime con il romanzo di una giovane scrittrice locale? È possibile che gli indizi di cui Alan ha bisogno per risolvere il caso si nascondano tra le pagine di un libro?

Ha inizio così un’implacabile caccia all’assassino, che porterà il maresciallo Giuliani a mettere in discussione le proprie certezze e a dubitare perfino di chi gli è più vicino, fino a scoprire inquietanti verità nascoste da anni.

Così come la trama scioglierà man mano i nodi del suo ordito, così il protagonista scioglierà quelli della propria esistenza. Giuliani percorrerà un cammino a ritroso nella sua vita, e il suo ritorno avrà come risultato il riportarlo al punto originario: a casa. Una casa reale, fisica, ma anche quella racchiusa nella conoscenza, degli eventi e di se stesso.


Recensione

Un thriller oscuro, tenebroso, in cui la luce scarseggia. Una storia legata a doppio filo alla montagna, che Federica Gaspari riesce a denudare di ogni meraviglia e di ogni chiarore, descrivendola come un luogo colmo di segreti, inaccessibile, straniero. Un ambiente chiuso, in cui si guarda con diffidenza agli altri, a chi vi giunge solo per cogliere gli attimi di bellezza, senza sapersi identificare con un ambiente meraviglioso quanto difficile da vivere nel quotidiano. Un luogo da difendere dalle contaminazioni di chi non sa apprezzare a pieno tutti gli aspetti della montagna, che  Gaspari disegna e descrive chiusa in uno splendore asfittico e disincantato.

Il criminologo Alan Giuliani giunge in Val d’Ampezzo per seguire un brutale omicidio ed è un ritorno non privo di ripercussioni per lui, che ha lasciato la montagna dopo che la sua vita è stata segnata da un incidente terribile. La sua figura è anch’essa caratterizzata da coni d’ombra, pervasa da debolezze a da piccole manie, che fanno presagire un’anima sensibile e complessa. La valle D’Ampezzo lo riporta indietro nel tempo e al tempo stesso lo riconcilia con il senso del bello e della natura,di cui sente di avere un disperato bisogno. 

La trama è bella e piena di spunti e si arricchisce delle incursione che l’autrice compie nel descrivere la montagna, il suo fascino estremo, la sua bellezza tagliente e doppia, capace di regalare fortissime emozioni ma complicata da vivere e da comprendere. Ne percepiamo un intenso senso di appartenenza, ma anche una certa intolleranza verso i forestieri, ritenuti spesso ingrati fruitori di una bellezza selvaggia e foriera di pace e di esaltazione mistica.

L’intero romanzo si paleserà  come  un racconto complesso, dove moventi psicologici e eco del passato si mescolano a formare un magma arroventato di segreti, rancori e moventi. La prosa dell’autrice è il fluido che farà scorrere e intrecciare tutti gli ingranaggi, contribuendo a far muovere senza intoppi una lettura gradevole e accattivante, fino all’epilogo, assolutamente non scontato.

Una buona prova, dunque, per Federica Gaspari, che in montagna c’è nata e forse proprio per questo riesce a rendere molto bene il pathos di chi la montagna la vive tutti i giorni e ne subisce il fascino a tratti magnifico a tratti perverso. E una buona lettura da consigliare al lettore che apprezza il thriller psicologico senza farsi mancare i passaggi descrittivi e lirici sulla natura e le sue bellezze.


L’autrice

Federica Gaspari, classe 1986, risiede da anni tra le colline del Trevigiano, pur essendo rimasta legata ai luoghi della sua infanzia, le Dolomiti Ampezzane.

Pubblica narrativa da fine 2013. Diversi suoi scritti sono stati pubblicati in antologie di concorsi letterari, tra cui il premio Coop for Words, dove si è classificata quarta con il concorso Mica Pizza e fichi. Ultima pubblicazione il racconto Padre nostro contenuto nell’antologia Obscuria edita da Comma21 – Damster Edizioni (ottobre 2018). Ha pubblicato l’antologia Di morte e di vita, di sangue e d’amore, edita da Montecovello, una breve dal titolo Scheletri nell’armadio, il romano breve Ragnarok – l’inizio della fine, la breve raccolta Vino Divino e l’antologia Talento letale edita da Arpeggio Libero.

Nel corso degli anni si è occupata di editing e correzione, organizzazione di eventi ludico – culturali, stesura di testi di diverso genere, dalle biografie ai testi per siti web e ha fatto parte della giuria in contest e concorsi letterari.

Nella primavera del 2017 ha organizzato il Festival Letterario Fiori di Vite a Crocetta del Montello (TV), da fine 2017 a maggio 2018 ha diretto con la collega Annalisa Rizzi due collane editoriali di genere (Dark Twin e Crime Line) e da luglio 2018 è responsabile della collana Hekateion di Arpeggio Libero Editore.


  • Casa Editrice: Nua Edizioni
  • Genere: thriller
  • Pagine: 241

BLANKY – SOUR CANDY di Kealan Patrick Burke

Dove sono adesso sua moglie e sua figlia, signor Brannigan?
Beh Sam, sono sotto terra. Morti e defunti, in attesa dei vermi.
Non in Paradiso? Non credo al Paradiso, Alice, e neanche tu dovresti crederci, perché il paradiso è un’idea costruita da gente che non riesce e rinunciare ai cari che ha perduto e vuole rimettere l’idea di responsabilità personale a un fantasma nel cielo
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“Blanky ” – Trama

In seguito alla tragica morte della figlia piccola, Steve Brannigan fatica a rimettere insieme i pezzi. Separato dalla moglie, che si rifiuta di vivere nella casa dove è successo l’impensabile, e incapace di lavorare, cerca sollievo in una sequenza infinita di vecchie sit-com e nel bourbon.

Finché, una notte, sente un rumore dalla cameretta che era della figlia, una stanza ormai spoglia di qualsiasi cosa la identificasse come sua… a parte la copertina affettuosamente chiamata Blanky.

Blanky, vecchia e logora, con il suo obsoleto patchwork di coniglietti cuciti malamente, e i cui bottoni neri paiono tanti occhi che sembrano fissare chi li guarda…

Blanky, acquistata da uno strano signore anziano a un banchetto di antiquariato che vendeva “Abittini Bebè” scontati.

La presenza di Blanky nella cameretta della figlia morta non preannuncia altro che un incubo ineffabile, che minaccia di spegnere quel poco di luce ancora rimasta nel mondo infranto di Steve.

La figlioletta amava così tanto Blanky… Steve aveva seppellito la copertina insieme a lei.

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Sour Candy – Trama

A un primo sguardo, Phil Pendleton e suo figlio Adam sono un padre e un figlio come tanti, non diversi dagli altri. Fanno passeggiate insieme al parco, visitano fiere, musei e zoo e mangiano davanti al lago. Si potrebbe dire che il padre è un po’ troppo accomodante, vista la mancanza di disciplina quando il bambino perde le staffe in pubblico. Si potrebbe dire che vizia suo figlio, concedendogli di mangiare caramelle quando gli pare e di andare a letto agli orari che preferisce. Si potrebbe anche dire che tanta indulgenza comincia a pesargli, visto il modo in cui la sua salute è peggiorata.

Quello che nessuno sa è che Phil è un prigioniero, e che fino a un incontro fortuito in un negozio, avvenuto poche settimane prima, non aveva mai visto il bambino in vita sua.


Recensione

Due racconti dell’orrore in cui il confine tra realtà e finzione diventa labile e incontrollato.

Due racconti in cui il potere affabulatore della mente umana è messo in discussione da eventi imperscrutabili.

Due incubi, due storie che incutono timore. Il timore di perdere il controllo, di essere vittima di una visione occulta. La paura di scivolare involontariamente in paludi di terrore. Il dubbio di vedere il vero, oppure di immaginare una vita che non c’è.

I due protagonisti dei racconti di Kealan Patrick Burke sono uomini alle prese con un incubo. Un incubo dal quale non riescono a svegliarsi e che pian piano si trasforma in una realtà raccapricciante e temibile.

Chi legge rimane invischiato in paludi di incertezza. Fino alla fine non sa se ciò che legge è reale o il frutto malato della mente dei due protagonisti.

Stephen ha perso la figlioletta. La sua vita va alla deriva. Finchè, una sera, scorge nella cameretta della piccola la copertina che era nella culla quando è morta. Il sudario, in cui la piccola Robin è stata avvolta dentro alla bara bianca. La copertina, dotata di poteri occulti, sarà la fonte di enormi disgrazie. Almeno questo è ciò che crede Stephen…..

Phil si ritrova a dover convivere con un bambino che dice di essere suo figlio. Tutta la sua vita pare modificarsi per accogliere questo strano bimbo che lo chiama papà. Una vita che sta per essere sconvolta da un parassita che succhia la sua linfa dall’interno.

La prosa di Burke, sotto un apparente calma, cela il buio più profondo e instilla in chi legge il seme del dubbio e la paralisi che deriva dall’orrore.  Burke getta un  fascio di luce malferma sugli abissi della nostra mente, capace di dissimulare ciò che rimane più scomodo e difficile da accettare.

Il confine tra ciò che è reale e ciò che ci immaginiamo  è così sottile che leggere diverrà un esercizio di fiducia; un allenamento per ribadire che siamo perfettamente in grado di governare la nostra esistenza per mezzo del raziocinio e della ragionevolezza. Ma leggendo tutto perde la sua connotazione reale e diventa preda dell’occulto. Tutto cessa di essere vero e diventa regno del dubbio .

Una lettura che scorre veloce come un fiume nauseabondo e pieno di insidie. Più fa buio, più la lettura diverrà ipnotica e spaventosa.

Possiamo davvero fidarci del nostro raziocinio? Oppure qualcuno e qualcosa ci guarda e ci insidia da lontano? La nostra mente, del resto, è un enorme magazzino di informazioni, di suggestione e di fantasia.

E a volte può giocarci brutti scherzi….


L’autore

Nato e cresciuto in una piccola città portuale nel sud dell’Irlanda, Kealan Patrick Burke ha capito sin da piccolo che sarebbe diventato una scrittore di horror. L’influenza di una madre appassionata di racconti dell’orrore e di una famiglia di cantastorie hanno avuto un grosso peso sulla scelta della sua carriera. Dai suoi precoci esordi, Kealan ha scritto cinque romanzi, oltre un centinaio di novelle, sei raccolte di racconto e curato quattro antologie di successo. Nel 2004 è stato insignito del Bram Stoker Award.


  • Casa Editrice: Nua Edizioni
  • Traduzione: Raffaella Arnaldi
  • Genere: horror
  • Pagine: 236