
Ricordo che la mattina dopo le nozze, quando era sposato da una notte appena, tuo nonno lo ha fatto chiamare per colazione e gli ha detto lisciandosi i baffi: “Dì alla figlia di ar-Rassà, tua moglie, di dimenticarsi quello che faceva in casa di suo padre, perchè le leggi in vigore qui sono le nostre, quelle di casa en-Neifer… E qui nessuno entra o esce senza un motivo valido. Questa è una casa all’antica.”
Trama
Tunisia, anni Trenta. Sullo sfondo di un paese in fermento, alla ricerca della propria identità, si intrecciano le vite e i destini dei membri di due importanti famiglie dell’alta borghesia di Tunisi: la famiglia en-Neifer, dalla rigida mentalità conservatrice e patriarcale, e la famiglia ar-Rassa‛, liberale e progressista. Il nucleo attorno al quale ruotano le vicende narrate nel romanzo è una terribile notte di dicembre del 1935, quando la vita in casa en-Neifer è stata sconvolta da un evento che ha condannato per sempre all’infelicità Zubaida ar-Rassa‛, la giovane moglie di Mohsen en-Neifer, sospettata di aver avuto una storia d’amore clandestina con Taher al-Haddad, intellettuale di umili origini noto per il suo attivismo in ambito sindacale e in favore dei diritti delle donne. Le vicende di quella notte vengono raccontate in prima persona da undici diversi narratori, membri delle due famiglie, in momenti storici diversi (dagli anni Quaranta ai nostri giorni), in un intreccio di segreti, ricordi, accuse, rimpianti ed emozioni che trascinano il lettore in un appassionante viaggio nelle storie dei singoli e nella Storia del paese. Come in un gioco di scatole cinesi, ogni storia ne contiene altre, e al lettore spetta il compito di mettere insieme i tasselli e ricostruire l’intera vicenda nel tentativo di scoprire cosa è accaduto a Zubaida e come sono andate veramente le cose.
Recensione
Confesso che ignoravo totalmente la recente storia della Tunisia. Noi occidentali tendiamo a volte a fare di tutta l’erba un fascio quando parliamo di paesi arabi e di cultura musulmana, pur non sapendo praticamente niente, al di fuori di un po’ di trita retorica, condita da una buona dose di luoghi comuni.
Eppure già nel 1957 la neonata Repubblica tunisina, sorta dalle ceneri del protettorato francese, promulgava il Codice dello Statuto della Persona, con il quale si sanciva una serie di diritti fondamentali alle donne tunisine, tra cui il diritto allo studio e al lavoro, il divieto della poligamia, dei matrimoni forzati e addirittura regolamentava il divorzio e legalizzava l’aborto, quasi venti anni prima che analoga norma fosse scritta in Italia.
Una simile costruzione a favore delle donne prendeva le mosse dal pensiero e dall’attività di un giovane intellettuale di umili origini, Taher al-Haddad, che già nel 1935 scrisse il provocatorio saggio “La nostra donna nella sharia e nella società”, un libello che inneggiava ai diritti della donna e ad una lettura ben diversa delle sacre scritture islamiche, da sempre oggetto di un’esegesi in chiave maschilista e patriarcale.
Ebbene, Taher al-Haddad è il filo conduttore di questo bellissimo romanzo, che inizia nel 1935 e sfiora diversi periodi successivi, attraverso le voci dei protagonisti, ognuno dei quali racconta dal suo punto di vista la storia di due famiglie dell’alta borghesia tunisina degli anni 30, una, gli en-Neifer, spiccatamente tradizionalista, l’altra, gli ar-Rassà, progressista e aperta al nuovo.
Il nucleo della storia è una giornata di inizio dicembre del 1935, quando accade un fatto che determinerà il futuro di tutti i personaggi di questo romanzo. Zubaida ar-Rassà, giovane moglie di Mohsen en-Neifer, viene accusata di avere una storia con Taher al-Haddad, che fu suo precettore quando era ancora nubile.
Da lì accadranno molte cose e i destini delle due famiglie cambieranno per sempre.
Di fatto nessuno saprà mai se Zubaida è colpevole di adulterio e se invece è tutta una montatura dettata dall’invidia e dall’infelicità di qualcuno. Questo tarlo morderà le carni di Mohsen fino alla fine, indeciso sulla condotta da tenere in casi come questo, dove l’onore rischia di essere perduto per sempre, insieme al suo matrimonio.
Tutti daranno la loro versione, compresa la servitù. E ognuno racconterà anche molto di sé, della propria storia, del proprio pensiero in una società che si evolve ma che rimane pur sempre radicata alla tradizione.
Ne esce un quadro magnifico della società del tempo, che stupisce per alcuni tratti di sorprendente modernità e per la sua incisività, che trabocca dai racconti dei protagonisti, giunti fino al al lettore da epoche differenti, spronandolo a ricostruire gli eventi di quella fatidica notte.
La destinataria dei racconti è Hind, la nipote di Zubaida. Hind è davvero la nipote di Taher? E comunque Hind sarà colei che toglierà la polvere dalla storia di sua nonna Zubaida, che cadde vittima di una bassa cospirazione, che le tolse tutto.
“La casa dei notabili” scrive le pagine di un’epoca in bilico tra vecchio e nuovo e getta semi sul terreno fertile del cambiamento. E’ un mosaico di voci e di storie che si intrecciano a formare un cori polifonico coerente e magnificamente disegnato, appannaggio della necessità di scoprire un popolo schiacciato dal peso delle tradizioni e dagli schemi rigidi del patriarcato. Un popolo tuttavia sensibile ai venti del cambiamento, che vuole ribellarsi dalle maglie del protettorato francese e da quelle comunque pesanti e stringenti delle consuetudini.
Una prosa fedele alle voci che vengono dal passato, riccamente ricamata per attirare il lettore nella sua trama sottile. Una lettura indimenticabile, che ci apre uno spiraglio sulla storia di un paese coraggioso e determinato a trovare la propria strada.
Fortemente consigliata. Un vero e proprio viaggio nel tempo e nello spazio, cullati da una voce profonda, illuminante e davvero coinvolgente.
L’autrice
Nata nel 1978 in Tunisia, Amira Ghenim è scrittrice e professoressa di Linguistica e Traduzione presso l’Università di Tunisi. Dopo numerosi saggi di stampo accademico, nel 2019 ha pubblicato il romanzo al-Malaff al-Asfar, che l’anno dopo ha vinto il premio Sheikh Rashid bin Hamad. Nel 2020 ha pubblicato il romanzo La casa dei notabili, che è entrato nella rosa dei sei finalisti dell’International Prize for Arabic Fiction e ha ricevuto il premio speciale della giuria del Comar d’Or, il più prestigioso premio tunisino.
- Casa Editrice: edizioni e/o
- Traduzione: Barbara Teresi
- Genere: narrativa straniera
- Pagine: 406
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.