
A quel punto mi ritrovai a fluttuare. A sognare. Sentivo riprovazione da parte della galleria, ma sembrava che fosse a chilometri di distanza da me. Il mio corpo non aveva peso, come se fossi in acqua. Con lo sguardo cercai Grace. Accanto a lei William Metcalfe si teneva la testa tra le mani. Perciò non lo vide. Non vide Grace che alzava lo sguardo verso di me. Non vide la sua espressione.
11 luglio 2023
La natura femminile è da sempre attorniata da un fitto alone di mistero. La maternità, la capacità di accogliere, la forza atavica sopita da un dissimulato candore. Quella cosa innominabile che fa si che la donna si imponga con la sua sola presenza, la sua determinazione spesso sconosciuta e sottovalutata persino da lei stessa.
Emilia Hart si è servita delle mille sfaccettature della femminilità per confezionare un romanzo bellissimo, di cui, sono certa, si parlerà a lungo. Un romanzo che lega la donna alla natura. Un legame imperscrutabile e fortissimo, che si è mantenuto tale nel tempo. Una forza trascendente, che non si può spiegare ma che si estrinseca in un passo a due in cui ogni forza, ogni equilibrio è determinato e indissolubile. Un esordio impeccabile, che si fonda su una storia di resilienza, di solidarietà e di rivendicazione. Donne in epoche diverse che si ergono contro la prepotenza dell’uomo, che da sempre usa la sua prestanza fisica per imporre le proprie leggi e per governare sul corpo delle donne, asservendolo ai propri capricci.
Donna e natura, due facce della stessa medaglia. Un legame malvisto. Un potere occulto e imperscrutabile nelle mani di creature eteree, misteriose e per questo invise. In passato, la donna che guariva con le erbe era una figura ambigua. Spesso senza un uomo accanto. Un’esistenza ai margini. Una strega che il Maligno aveva tratto a sé approfittando della sua debolezza di carne e di spirito. Una donna indipendente, la cui arte sublime andava a cozzare con le approssimative arti mediche del tempo.
Altha è così. Figlia di una guaritrice, conoscitrice delle erbe, accusata di aver provocato la morte di un uomo con le sue arti magiche. Accusata di essere una Strega, affronta un processo umiliante e rischia la forca. Senza potersi difendere, perché farlo significherebbe venire meno ad una promessa. Senza poter contare sulla solidarietà di nessuno, alla mercé di credenze assurde che solo il tempo potrà dissolvere.
Violet è una ragazzina a metà del millenovecento. E’ libera, amante degli alberi e degli insetti, sogna un futuro da scienziata. Suo padre, un uomo altero e bigotto, non permetterà mai che realizzi il suo sogno. Violet deve sposarsi e per farlo deve smettere con i suoi atteggiamenti strambi. Violet proverà a compiacere il padre ma non potrà evitare che un uomo calpesti la sua piccola vita. Dovrà salvarsi da sola. Sola, con il ricordo di sua madre morta prematuramente, una donna strana, a detta di tutti, sulla quale aleggia un mistero. Come è morta? Chi era veramente?
Kate è una donna del nostro tempo. L’amore l’ha tradita nel modo più doloroso e l’ha costretta a fuggire lontano, a nascondersi in un vecchio cottage che era appartenuto alla sua prozia.
Lì Kate affronta un cambiamento radicale, grazie alle vibrazioni che la natura circostante le invia. Una nuova vita che nasce e che apre a Kate un orizzonte che non sapeva esistesse. Una nuova percezione di sé e il desiderio fortissimo di conoscere il passato della prozia e della sua famiglia di origine.
Un origine che converge verso un nome misterioso. Weyward. Il nome che le accomuna tutte e tre.
Altha, Violet e Kate sono legate da un destino comune e da una solidarietà che trascende il tempo e lo spazio. Donne che subiscono le angherie degli uomini. Donne oltraggiate da uomini mediocri e prevaricatori che non hanno fatto i conti con il potere di una femmina costretta a difendersi.
Un romanzo che ho sentito fortemente, che risarcisce secoli di sopraffazioni e di soprusi e che riabilita ogni donna che sia stata accusata di stregoneria. Strega è una parola inventata dagli uomini, una parola che dà potere a chi la pronuncia, non a coloro che descrive. Una parola che esige forche eroghi che trasforma donne vive in cadaveri. Strega, per punire la donna che usa i doni della natura per guarire e per lenire i mali del mondo. Una donna da temere, da estirpare. Una donna da punire, per l’uomo che da sempre la teme.
Un esordio davvero potente per una storia vecchia quanto il mondo. Un omaggio al mondo femminile in ogni sua declinazione, che sfida le convenzioni, che vibra in sintonia con la natura, madre di tutte le madri e fonte inesauribile di vita. La stessa che la donna dona da sempre, anche a chi osa diffamarla e ridurla al silenzio con la forza. Senza poterci tuttavia riuscire.
Il romanzo
Hanno fatto di tutto per metterci in gabbia, ma una donna Weyward sarà sempre libera e selvaggia.
2019. Con il favore del buio della sera, la trentenne Kate fugge da Londra alla volta del Weyward Cottage, una vecchia casa di campagna ereditata da una prozia che ricorda appena. Avvolta da un giardino incolto su cui torreggia un acero secolare, la dimora la proteggerà da un uomo pericoloso. Presto, però, Kate inizierà a capire che le sue mura custodiscono un segreto molto antico.
1942. Mentre la guerra infuria, la sedicenne Violet è ostaggio della grande e lugubre tenuta di famiglia. Vorrebbe soltanto arrampicarsi sugli alberi e poter studiare come suo fratello, ma da lei ci si aspetta tutt’altro. Un pensiero inquietante, poi, la tormenta: molti anni fa, poco dopo la sua nascita, la madre è scomparsa in circostanze mai chiarite. L’unica traccia di sé che ha lasciato è un medaglione con incisa la lettera W.
1619. La solitaria Altha, cresciuta da una madre che le ha trasmesso il suo amore per il mondo naturale, viene accusata di stregoneria; rinchiusa nelle segrete di un castello, presto sarà processata. Un contadino del villaggio è morto dopo essere stato attaccato dalla propria mandria, e la comunità locale, coesa, ha puntato il dito contro di lei: una donna insolita. E le donne insolite fanno paura.
Ma le Weyward appartengono alla natura. E non possono essere addomesticate. Intrecciando con maestria tre storie che attraversano cinque secoli, Emilia Hart ha dato vita a un potente romanzo sulla resilienza femminile e sulla forza salvifica della solidarietà tra donne in un mondo dominato dagli uomini.
L’autrice
Scrittrice anglo-australiana nata a Sydney, ha studiato Letteratura inglese e Legge alla University of New South Wales per poi lavorare come avvocato a Sydney e a Londra, dove oggi vive. Il suo talento è stato notato nell’ambito del Caledonia Novel Award 2021. I suoi racconti sono stati pubblicati in Australia e nel Regno Unito. Weyward è il suo romanzo d’esordio: acquisito in venti paesi prima della pubblicazione, ha fatto scattare un passaparola istantaneo tra addetti ai lavori e librai. Una volta uscito ha mantenuto le promesse: tra i libri più venduti in Inghilterra e in America, ha da subito messo d’accordo pubblico e critica.
- Casa Editrice: Fazi Editore
- Traduzione: Enrica Budetta
- Pagine: 406
- Prezzo: E 20,00
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