L’ARTIGLIO DEL TEMPO di Anna Vera Viva

– nel cuore del rione Sanità a Napoli il passato non muore mai –


La strada brulicava di vita: scooter, bancarelle, voci riempivano la Sanità. Quella vita si ammassava ancora più frenetica e chiassosa sulle fondamenta piene di morte. Quasi a mischiare e moltiplicare la sua voce con quella di chi ne era stato privato.


28 giugno 2023

Quando una creazione, quale che sia, riesce bene, è inevitabile, prima o poi, tornare indietro a recuperarne l’anima, per vedere se qualcosa è rimasto in sospeso e farlo, così, rinascere, dandogli nuova linfa. Anna Vera Viva, raccolto il successo del suo romanzo “Questione di sangue” uscito lo scorso anno per Garzanti, si è avventurata nuovamente nel cuore di Napoli, assumendosi il rischio che ogni replica porta con sé. Una scommessa che questa brava autrice ha vinto con grande margine, sfruttando bene le qualità della sua opera prima: l’ambientazione, i personaggi, il tocco di noir che ravviva e confonde tutto.

Napoli è un palcoscenico che non può deludere e Anna Vera sa manovrarne la scenografia con grande talento: i suoi colori, il suo folklore, l’odore di mare e di ottimo cibo, gli schiamazzi dei ragazzi e delle donne che rimbombano nei vicoli, dove un luccichio azzurro fa capolino tra i tetti. La voglia di vivere, di arrangiarsi anche con poco, di reinventarsi ogni giorno la vita. Un popolo, quello partenopeo, che sa farsi amare senza riserve.

Don Peppino, il malavitoso e Padre Raffaele, il parroco votato al sociale e ad un senso di giustizia che non lo abbandona mai, sono personaggi completamente in antitesi ma legati dal sangue, quel fluido vitale che significa vita ma anche morte. Che è linfa ma anche paura e ricatto. Il sangue, che non dimentica.

Il tema del ricordo, in realtà, ricorre in questo nuovo romanzo, che mescola le eco di un passato doloroso e indimenticabile ad un omicidio che macchia le strade del rione Sanità.

L’autrice utilizza due diversi piani temporali e mette in campo un personaggio cruciale per lo svolgersi della vicenda: Antonino, un ragazzino sveglio e sagace che inconsapevolmente darà l’innesco per la soluzione del caso, gettando su Padre Raffaele il seme del dubbio, quello che lo porterà, nuovamente, ad indagare.

Il passato ha radici forti. Il passato non porta con sé il sollievo del perdono ma, al contrario, ha dentro il veleno di una memoria che non cessa di far male.

L’innesco di una vicenda che risale al periodo buio della Seconda Guerra Mondiale arricchisce una trama che è già densa di colore e di rumori. Napoli non ha dimenticato le leggi razziali, l’antisemitismo, i campi di concentramento. E Samuele, ormai ultraottantenne, sembra rivivere l’orrore di quei tempi, come in incubo che appare all’improvviso durante la notte. E poi muore in circostanze misteriose. Intorno a lui si affollano oscuri individui che sembrano interessati a combinare un affare che appare davvero poco chiaro. L’ombra della malavita aleggia sulla Sanità, insieme alle brume di un rancore vecchio di diversi anni.

Pane per i denti di Assuntina, perpetua petulante e pettegola ma anche cuoca sublime, che non aspetta altro che di gettarsi in una indagine che si mostra subito complicata.

E la verità verrà a galla, insieme ai segreti di un tempo crudele che non può essere dimenticato.

Un’altra ottima prova per Anna Vera Viva, un’autrice la cui scrittura incarna alla perfezione lo spirito chiassoso di Napoli, le sue contraddizioni e i suoi dirompenti colori. Una prosa evocativa, che profuma di mare e di ottima cucina, che risuona del chiasso dei suoi vicoli, che non si scoraggia, non si avvilisce ma trova sempre un motivo per rinascere e risollevarsi. Una penna che sa cogliere il succo di ogni storia, che arriva al punto, senza peli sulla lingua. Che si affida alle chiacchiere più sguaiate per strappare un sorriso ma che sa anche affondare la lama nei drammi dell’uomo, nelle sue paure e nel cuore delle sue debolezze.

Una lettura che è un’avventura. Che prende il lettore e lo catapulta nel centro della storia, strapazzandolo in un vortice di emozioni forti ma anche cullandolo dentro ai buoni sentimenti, quelli che resistono alle istanze della malavita e del peccato.

Dò per scontato che vi avventuriate nel cuore del rione Sanità, dopo questa mia appassionata arringa. Meglio se con alle spalle la lettura del primo capitolo di questa serie. Ma bene anche senza. Vi mancherà qualche tassello qua e là, questo è certo, ma il godimento della lettura sarà comunque salvo.

Provare per credere.


Il romanzo

La Sanità è un’isola e per navigare il mare che la circonda ci vogliono passione, abilità e coraggio. Lo sa bene padre Raffaele, da poco tornato nei luoghi dove ha vissuto i primi anni di un’infanzia rubata e dove l’ombra di Peppino, il fratello malavitoso che il destino gli ha dato in sorte, si allunga su ogni evento del quartiere. Questa volta, però, un’ombra ancora più fosca avvolge le indagini del prete e della sua perpetua: è l’ombra della storia; di una guerra lontana che sembra ancora vicina; di una Napoli che si ribella ai nazisti; di un popolo fiero che non cede al gioco dei potenti. Perché c’è un morto che non è una persona come le altre: sul braccio porta tatuati i numeri che ricordano un orrore impossibile da dimenticare. È Samuele, l’anziano venditore di cappelli che viene trovato senza vita nel suo negozio. Per tutti si tratta di un incidente, ma nulla di quanto accade alla Sanità risponde alla spiegazione più logica e padre Raffaele, convinto che la morte di Samuele sia strettamente allacciata a quel tempo, si trova a ripercorrere eventi che parevano ormai lontani. Perché lui sa che la storia ha tentacoli lunghi e che il male scorre in fiumi che giungono fino a noi. Così il sangue del passato si mescola con quello del presente, si insinua negli stessi vicoli, ma parla parole nuove che padre Raffaele dovrà decifrare.
Anna Vera Viva ha dato vita a due personaggi che sono entrati nel cuore dei lettori. Un prete e un boss della malavita che indagano, vivono e respirano alla Sanità che li ha visti crescere, perdersi e poi ritrovarsi. Le atrocità della seconda guerra mondiale tornano a riaffiorare, ma Napoli sa come resistere e non lasciarsi zittire da niente e nessuno.


L’autrice

Anna Vera Viva, salentina, si trasferisce a Napoli nel 1982. Scrive da molti anni ed è sceneggiatrice di docufilm e cortometraggi tra cui La consegna e Specchio delle mie brame, candidati al David di Donatello. Le sue passioni sono viaggiare e gironzolare per musei e gallerie d’arte contemporanea. Soggiorna spesso a Parigi e tra le montagne abruzzesi. Con Garzanti ha pubblicato anche Questioni di sangue (2022), il primo capitolo delle indagini di padre Raffaele.


  • Casa Editrice: Garzanti
  • Genere: noir
  • Pagine: 270
  • Prezzo: E 17,90

Pubblicato da laurasalvadori

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