
<<Aver vissuto una cosa, qualsiasi cosa, conferisce il diritto inalienabile di scriverla. Non ci sono verità inferiori>>
Annie Ernaux
Il Novecento letterario francese ha portato in scena una scrittura nuova, riflesso di una memoria non più assoggettata a strutture oggettive e soggettive della «domination masculine». Si tratta di una lingua che, per la prima volta, parla alle donne e delle donne, spiega e racconta il sentire e la realtà femminile, si nutre di spazi e tempi propri. Partendo da queste premesse e sulla base delle coincidenze significative (junghiane e non), il libro propone un viaggio alla scoperta dell’affascinante legame tra Colette, Marguerite Duras e Annie Ernaux, tra i testi, gli scritti e le personalità delle tre autrici, che prima di essere tali sono state bambine, adolescenti, amanti e donne. Ognuna ha saputo raccontare se stessa diventando parte di quello stesso racconto. La loro scrittura è l’evento che inaugura l’epoca segnata dall’inclusione, nella letteratura e nella società, del genere e del corpo femminile attraverso le parole, un’epoca che non teme di dare un nome all’indicibile e all’innominabile. Questo viaggio “oltre la carne” racconta di come le tre autrici hanno individuato, nella ricerca autobiografica, la rappresentazione narrativa più autentica della voce femminile. Il libro esplora gli intrecci biografici fra Colette, Marguerite Duras e Annie Ernaux, in un dipanarsi tra letteratura comparata, personali esposizioni aneddotiche, sguardi monografici.Una trattazione a metà strada tra saggistica e narrativa.
Le mie riflessioni
Un libro al femminile, da e per le donne. Un romanzo che vira al rosa, tenue sfumatura che già ammicca dalla copertina.
Una ricerca profonda e circostanziata della genesi di una scrittura che parte dalla donna e mai vi si allontana. Una scrittura che indugia tra le sue pieghe tenere e che fa finalmente sentire la sua voce, senza filtri, senza pudore. Una voce autorevole, che non teme mai di tracciare un solco con il passato. Una voce sempre più forte, che osa raccontare anche ciò che sarebbe più conveniente tacere.
Sara Durantini, autrice illuminata di questo delizioso libro, ha scelto di parlare di tre autrici del novecento francese. Donne che hanno raggiunto, in vita, una certa notorietà, ma che hanno anche fatto scalpore, scosso le coscienze, fatto, detto, pensato e scritto ciò che invece doveva essere taciuto.
Colette, conosciuta come soubrette ancora prima che come scrittrice, dall’esuberante passionalità, che ha amato donne, ha danzato nuda, ha sfiorato l’incesto. Sposa bambina di un uomo molto più grande di lei, madre quasi per dovere, annientata dalla mancanza di attenzioni da parre di una madre ingombrante e distratta.
Le sue opere sono sublimi trasformazioni e rimpasti onirici della sua biografia. Vita e romanzo che si intrecciano a sfidare la morale ed il pudore. Parole come getti di lava sotto i cieli madreperla della “Ville Lumiere” che a cavallo dei due secoli ispirò molte penne del tempo.
Marguerite Duras, l’autrice de L’amante. La bambina vissuta in Indocina, preda della passione per uno straniero (Presto fu tardi nella mia vita…. un incipit indimenticabile, iconico!). La scrittura è ancora un rimpasto biografico, fatto di immagini e di incursioni nei recessi più nascosti della donna e della scrittrice.
Marguerite Duras e le sue dipendenze dall’alcol, che la terranno in scacco a lungo e la condurranno per mano attraverso la relazione con un uomo più giovane, una ossessione che cambierà spesso direzione e intensità. Duras scrive e riscrive la sua vita. Finzione e realtà si sovrappongono e si confondono dando vita ad un quadro senza perimetro, in cui figurano tanti personaggi e altrettanti aspetti della stessa autrice. La scrittura è un impeto irrefrenabile che affiora con urgenza, in modo primitivo, priva degli inutili fronzoli della grammatica e della sintassi.
Infine ecco Annie Ernaux, descritta dall’autrice come somma di Colette e di Duras. Ma con un qualcosa in più: la volontà di parlare ai posteri, di lasciare una testimonianza, che vada a sfiorare l’indagine sociale.
Con Ernaux la biografia esiste per essere raccontata. Una vita da dare in pasto agli altri, perché sappiano, interiorizzino, siano consapevoli. I suoi racconti, alcuni dei quali svelano particolari scabrosi della sua vita, trascendono il timore del giudizio altrui perché è troppo più potente l’urgenza di divulgarli.
Tre scrittrici che hanno fatto della loro vita un romanzo e che attraverso i loro romanzi hanno dato vita a più esistenze. Tre donne con la voglia di ascoltarsi, di mettersi a nudo. Tre donne che hanno usato la scrittura come cesello per disegnare le vie inedite e inattendibili della coscienza e del desiderio. Una scrittura che spacca gli argini, che diventa voce dell’anima, lontana dal voler descrivere azioni o fatti, interessata solo a rappresentare il come ed il perché dei moti interiori, anche i più remoti e incomprensibili.
L’autrice mostra una grande padronanza dell’argomento e anche una inusitata capacità di analisi, frutto di uno studio appassionato e approfondito di queste sublimi scrittrici. Leggerla è un piacere che non dobbiamo negarci. Leggerla è anche, in ultima analisi, un invito indeclinabile a leggere o rileggere le opere di queste grandi autrici, che hanno introdotto nel mondo un nuovo modo di fare letteratura. Che hanno dato voce e spessore al corpo femminile a alle sue urgenze.
Un libro che è biografia, romanzo e saggio. Una miscela il cui risultato è un manuale di emozioni e di istruzioni per leggere e comprendere la poetica e l’intimità di queste tre grandi autrici.
L’autrice
Sara Durantini (San Martino dall’Argine – Mantova, 1984) consegue la laurea magistrale in lettere moderne presso l’Università degli studi di Parma nel 2009. Vincitrice dell’edizione 2005-2006 del Premio Tondelli per la sezione inediti con il lungo racconto L’odore del fieno, nel 2007 pubblica il suo primo romanzo, Nel nome del padre, con la casa editrice Fernandel pubblica il primo romanzo nel 2007.
Da oltre dieci anni scrive articoli per riviste letterarie online e cartacee. Dal 2011 cura il blog letterario corsierincorsi.it.
Alcuni suoi racconti sono stati pubblicati in diverse antologie collettive fra cui Quello che c’è tra di noi, a cura di Sergio Rotino (Manni Editore, 2008), Dizionario affettivo della lingua italiana, a cura di Matteo B. Bianchi e Giorgio Vasta (Fandango Libri, nell’edizione 2009 e 2019), Orbite vuote, a cura di Marco Candida (Intermezzi Editore, 2011), oltre ad un approfondimento su Massimo Bontempelli accolto nel saggio L’unica via è il pensiero a cura del professore Hervé A. Cavallera (Intermedia Edizioni, 2019).
Nel 2021, Sara Durantini ha pubblicato L’evento della scrittura. Sull’autobiografia femminile in Colette, Marguerite Duras, Annie Ernaux per la casa editrice di Milano 13 lab Editore.
- Casa Editrice: 13Lab
- Genere: saggio
- pagine: 133
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.