
La fugacità dell’amore: cosa succede quando la felicità promessa non arriva mai davvero.
29 giugno 2025
Indagare l’amore coniugale può sembrare a prima vista un intento banale e poco interessante. Il luogo comune, il già visto e sentito è un rischio palpabile che incombe sullo scrittore che si affaccia sugli abissi delle dinamiche familiari, tentacoli impazziti che puntano verso le direzioni più disparate, cambiando verso e intensità. Un’indagine che mostra molti fili scoperti, pronti al corto circuito.
Jane Smiley, premio Pulitzer nel 1992 con il romanzo “Erediterai la terra” edito in Italia da La Nuova Frontiera, si getta senza indugio a parlare di un uomo, Dave, che teme di non essere più amato dalla propria moglie e che affronta il supplizio del dubbio mettendo in piedi una tattica discutibile e dagli esiti incerti: la negazione dei propri sospetti. Un modus operandi che non lo salva dalla sofferenza e che al contrario finisce per trascinarlo ai bordi di una lucida follia, che include tutti i segnali di una disgregazione imminente. L’evidente apatia di Dana, sua moglie, i comportamenti capricciosi e imprevedibili delle figliolette, vere e proprie cartine di tornasole del malessere che sta insidiando la famiglia, il trasferimento della coscienza di Dave nel corpo di un altro uomo, la distorsione di ogni frase, di ogni gesto che improvvisamente cessa di essere innocuo e diventa il segno del tradimento. E poi la febbre, estremo simbolo di un turbamento serpeggiante e subdolo, che colpisce tutta la famiglia, prostrandola attraverso una virulenza inusitata. Una sorta di purificazione attraverso il dolore e la paura della morte, che sembra riportare ordine nel caos, rimettendo ognuno al proprio posto.
Tutta la narrazione è affidata a Dave, voce a tratti ingenua a tratti disturbante. Il suo racconto si muove avanti e indietro nel tempo, indugia sulla genesi dell’amore per Dana, una donna che lui tratteggia eterea e inafferrabile, un’anima misteriosa che solo raramente emerge ed esplode attraverso i suoi occhi azzurrissimi, il segno tipico di un’innocenza che Dave fatica a delineare. Una creatura che a volte sfugge alla sua comprensione e che desidera in qualche modo contenere e trattenere. Poiché conosce bene la sua forza, e il suo potenziale, lo stesso che gli ha permesso di tirare su le figlie e di lavorare allo stesso tempo.
Nel momento in cui Dana pronuncia la fatidica frase “non sarò mai più felice” Dave perde ogni certezza ma mai la fede nel legame che tiene insieme gli estremi della sua famiglia. Eppure le pareti iniziano a creparsi e le stesse figlie piombano in atteggiamenti esacerbati, come dotate di invisibili antenne capaci di captare ogni minimo movimento, ogni cambiamento. E’ una discesa inesorabile, che sembra cercare un punto di rottura per esplodere e riposizionarsi, con equilibri diversi dai precedenti. Un’involuzione che si avvicina pericolosamente alla fine e che allontana ancor di più Dana, chiusa dentro a nuove consapevolezze, cosciente finalmente delle catene della vita coniugale, della maternità e di una carriera che è soddisfacente ma pur sempre legata a doppio filo a quella di Dave. Dana non trova più uno spazio suo eppure desidera essere ancora più avviluppata alla vita del marito. Dave sente la disillusione di Dana, la condivide e la teme. Capisce che lei voglia fuggire da una gabbia che tuttavia imprigiona anche lui.
Ho scoperto che nel vincolo matrimoniale c’è qualcosa che smorza ogni comunicazione, che la fa pendere verso un equilibro basato sull’ironia, dove marito e moglie possono interagire in modo ottimale, pragmatici e di buon umore. Ma forse c’è chi riesce ad accogliere una gamma più ampia di euforia e disperazione. Le vennero le lacrime agli occhi, poi iniziarono a scorrerle lungo le guance. Sospirai, dandole probabilmente l’impressione di essere rassegnato.

L’età del disincanto è dunque un momento di svolta che sembra inevitabile e lo è, sembra volerci dire Jane Smiley, che durante la presentazione del suo romanzo al Salone del Libro di Torino, racconta al pubblico di essersi ispirata ai suoi matrimoni, che sono stati ben quattro, un numero che le ha dato l’autorità e l’esperienza per poter dire la sua sui rapporti di lunga data e sui legacci della famiglia moderna. Certo è che la lettura di questo romanzo non è cura né sollievo per chi a quell’età ingrata vi è giunto o ci è passato e pare proprio che questo passaggio sia inevitabile, rappresentato dall’infrangersi dei sogni giovanili contro il muro amaro della realtà. E che dire, poi, del fallimento del matrimonio e più in generale del modello patriarcale di famiglia? Un costrutto che appare artificioso, tediante, morboso. Eppure Smiley non sembra voler condannare ma solamente esporre, condividere e trattare il disincanto come una terra di mezzo, che si supera, seppur con fatica. Un passo necessario per scrollarsi di dosso ingenuità e illusione e crescere.
Dana e Dave sono personaggi vividi, reali e appartengono ad un’epoca piuttosto vicina a noi eppure già così superata. Oggi mi piace pensare alla famiglia come ad un organismo dinamico, mobile, adattabile e mai uguale. Nel romanzo invece ci si sente prigionieri di una tristezza che abbraccia tutto a poco a poco. E’ la tristezza della delusione, dell’errore e del disincanto, appunto. Un’inquietudine che allora come adesso pare inevitabile, parte del nostro percorso di vita, uno stradello tra il verde che si trasforma in un pantano scivoloso con le prime piogge.
Perchè leggere questo libro.
- Perché Jane Smiley sa raccontare il non detto. Ogni gesto, ogni silenzio, ogni frattura familiare è una piccola esplosione sotto controllo.
- Perché è un romanzo generazionale e universale. Ambientato negli anni ’50 americani, ma parla a chiunque abbia mai vissuto dentro un nucleo familiare in cui le aspettative schiacciano i desideri.
- Perché è scritto con intelligenza emotiva. Smiley non giudica i suoi personaggi, li osserva con precisione chirurgica e profonda compassione.
- Perché ti lascia addosso domande vere. Sulla libertà, sull’identità, su quello che ereditiamo (senza volerlo) da chi ci ha cresciuti.
Perchè non leggerlo (almeno per ora)
◾ Se cerchi una storia piena di colpi di scena o un ritmo travolgente: questo non è quel tipo di romanzo. È più sottile, più lento, più riflessivo.
◾ Se non hai voglia di guardare in faccia certe dinamiche familiari scomode, potresti trovarti a disagio: Smiley non edulcora nulla.
◾ Se preferisci protagonisti eroici o trasformazioni clamorose, qui potresti trovare troppa realtà e troppo poco “romanzo”.
Il romanzo
«Non sarò mai più felice» sussurra Dana dal sedile posteriore dell’auto. Sentendo quelle parole Dave, suo marito, capisce che qualcosa si è incrinato per sempre: il matrimonio, le giornate condivise insieme alle tre figlie, la clinica dentistica che gestiscono insieme. Tutto ciò che hanno costruito negli anni.
Convinto che Dana si sia innamorata di un altro uomo, Dave decide di mettere in atto una paradossale forma di resistenza: fingere di non sapere. In questo spazio sospeso prende forma una tensione crescente, un’ossessione silenziosa che si insinua nei pensieri più ordinari e nella routine domestica.
Il premio Pulitzer Jane Smiley mette magistralmente in scena la crisi di una coppia, restituendoci un potente ritratto dell’intimità familiare nel momento in cui un’emozione inattesa capovolge ogni equilibrio. Un testo essenziale e intenso, che ci mostra come la realtà possa deformarsi sotto il peso del sospetto, fino a ridisegnare completamente la nostra percezione dell’altro.
L’autrice
Jane Smiley è nata a Los Angeles nel 1949 ed è autrice di una ventina di opere di narrativa e saggi. Ha ricevuto il Premio Pulitzer e il National Book Critics Circle Award per il romanzo Erediterai la terra (La Nuova Frontiera, 2024). Tra le sue opere, The Greenlanders (1988), L’età del disincanto (La Nuova Frontiera, 2025) e, negli ultimi anni, la trilogia composta da Some Luck (2014), Early Warning (2015) e Golden Age (2015). Dal 2001 è membro dell’American Academy of Arts and Letters.
- Casa editrice: La Nuova Frontiera
- Pagine: 123
- Prezzo: E 16,90
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.