L’INCREDIBILE STORIA DI CALLISTA WOOD che morì otto volte – di Manuela Montanaro



Amanda scosse la testa e s’infilò i guanti. Hernest la guardò per un istante e si accorse della sua piccola faccia imporporata dal freddo, delle ciglia imbiancate dalla neve fine, della frangia umida che gli sfuggiva dal cappello e provò un senso profondo di bellezza e di nostalgia per lei, una cosa che gli bruciava negli occhi e gli impediva di voltarsi e di andarsene.


La frontiera western americana non è mai stata così vicina.

06 giugno 2025.

Tutto ciò che riguarda questo romanzo è sorpresa e immaginazione. Luoghi, spazi, narrato, atmosfera, odori ed eco. Tutto rimanda ad un senso di già visto, con la differenza che luoghi, spazi ed eco sono magistralmente orchestrati per restituire al lettore la sensazione vivida di essere lì, a ricordare le storie della nostra infanzia, di uomini intrepidi che conquistano le terre selvagge dell’ovest, sottraendole, mai con forza, ma sempre con pieno diritto di depredare e di appropriarsi, ai nativi, creature sfuggenti, spiriti liberi da temere, in simbiosi con le montagne e con gli uccelli, densi di un sapere ancestrale e inaccessibile.

Siamo nel 1999 ma niente sembra essere cambiato da allora. La comunità è piccola, tutti si conoscono. Il senso di appartenenza è forte, e anche la certezza che qualsiasi cosa possa essere salvata se tutti vogliono salvarla. Né la legge degli uomini, né tanto meno quella di Dio può farci niente. La terra, il passato, l’unione, sono i cardini di un’esistenza chiusa e di fortuna, che affida alla natura il proprio significato.

Keystone è un piccolissimo centro, nel South Dakota. Ai piedi delle Black Hills, una manciata di case e la riserva indiana che preme, dentro alle sue tradizioni. Un ambiente in cui l’integrazione latita, fatto di persone concrete, ruvide e rese dure da secoli di lotte contro le avversità di una natura selvaggia e intransigente. Ad immaginarlo a a trasferirlo sulla carta ci ha pensato Manuela Montanaro, che in America non ha mai messo piede ma che, dotata di una visione a tutto tondo dell’ambiente spietato e primitivo di frontiera, compie un piccolo miracolo, riuscendo a restituire al lettore i riverberi di un mondo affascinante e remoto. Una comunità rurale che si autoregola mediante un sistema di conoscenza reciproca e di intuito, di lealtà e di consuetudini. Un mondo che sta scomparendo ma che l’autrice coglie magicamente nella sua vera essenza. E’ un romanzo corale, quello che ci consegna, nel quale il significato di comunità si espande esponenzialmente, con la sua carica esplosiva. Nel bene e nel male, il vissuto di ognuno appartiene a tutti. Dentro a questo insieme vischioso e mobile spiccano alcune figure chiave: la giovane Amanda Jones, di ritorno a Keystone dopo gli studi compiuti a New York e l’inizio della sua carriera di psicologa. Amanda è un’anima spezzata, da che la gemella Love è morta. E’ ciò che le manca, un pezzo di se stessa che è volato via. Chucky Robbins, un giovane fragile, un essere che vive in un mondo tutto suo, che la natura ha saputo plasmare e a cui ha donato significato e motivo di vita. E Callista Wood, emblematica e misteriosa giovane nativa, legata alla foresta e agli animali, spirito libero che è impossibile domare. Colei che scompare e che dà vita, con la sua scomparsa, ad un carosello di eventi e ad una crociata contro un nemico impalpabile e oscuro.

Montanaro nasconde nella narrazione i temi che le stanno a cuore: l’integrazione razziale con le sue complessità, la paura di ciò che è diverso, la spiritualità che a volte nasconde meschinità e sopraffazione, la solitudine, il lutto. E sopra a questi grandi temi si erge la comunità, con le sue economie di scala. Quell’aggregato caotico e fortuito capace di abbracciare qualsiasi ostacolo e farlo scomparire. Di risolvere qualsiasi nodo, con la sola volontà collettiva.

Il romanzo è costruito intorno ai dialoghi. Montanaro non si prende la briga di introdurre i suoi personaggi in alcun modo. Essi appaiono, irrompono sulla scena con il loro bagaglio di vita. Li conosciamo mettendoci del nostro, facendoci un’idea, come accade quando incontriamo qualcuno per la prima volta. Ognuno parla dal suo pulpito, espone fatti e antefatti, si confessa e si accusa. E mentre Amanda sta cercando le sue verità, il nome di Callista Wood rimbomba di casa in casa. Una corrente gelida e intestina che converge sulla testa dell’unica persona che non saprà difendersi.

Montanaro ha costruito un meraviglioso microcosmo. Una creatura dotata di vita propria che si muove strisciando fino a lambire tutto. Un ambiente legato a doppio nodo con l’asprezza di un mondo selvaggio, che risponde a regole e leggi tutte sue. Un sistema vitale che assolve l’uomo da ogni peccato, mostrando inequivocabilmente il suo potenziale di bellezza e di compassione.

La sua carica emotiva, la sua capacità di rappresentazione toccano l’apice e elargiscono al lettore un’esperienza di lettura unica, nella quale ogni senso rimane coinvolto e successivamente appagato. Come in ogni circostanza della vita occorre ascoltare e cogliere le sfumature di frasi e di atteggiamenti. Nelle pieghe di una scrittura efficacissima si cela la chiave di lettura di questo romanzo, che è anche e soprattutto un atto di grande coraggio. Una sfida, una scommessa, che Montanaro affronta con audacia e un pizzico di pazzia. La posta in gioco siamo noi che leggiamo. La vittoria, del resto, è sempre nelle mani di chi ha creduto in se stesso, nelle sue capacità e nella sua immaginazione che, come spesso accade, sa portarti molto lontano.


Il romanzo

È inverno nel South Dakota, tra il villaggio di Keystone e una riserva indiana. Nel locale di Lenny è stata uccisa una giovane nativa, il suo nome è Callista Wood. Lo sceriffo indaga, nessuno sembra conoscerla, eppure le dichiarazioni di ben otto abitanti rendono tutto ancora più enigmatico: ognuno confessa di averla assassinata e di averlo fatto da solo. Intanto in paese è tornata una delle gemelle Jones, con lei porta un segreto, un udito che le permette di ascoltare fino a mezzo miglio di distanza. Per molti sarebbe un dono, lei ne farebbe a meno pur di avere indietro sua sorella e la gamba che le manca. Chi è Callista Wood? E perché sente le bocche del paese bisbigliare il suo nome? Il narrare di Manuela Montanaro è vivido, pulsante, retto da un’architettura che non lascia scampo. Nelle sue mani l’indagine su un misterioso omicidio diventa il racconto di un mondo di frontiera, duro, selvaggio, di una comunità la cui forza ‒ nel bene e nel male ‒ è data da quello che si è, da ciò che si ha e dai territori in cui si vive. “Il libro che tenete tra le mani è la prova della tenacia, dell’abilità, del talento e della vigorosa immaginazione della Montanaro. La storia di Callista Wood è davvero incredibile. Così come lo è questo libro. E la sua scrittrice” (dalla prefazione di Chris Offutt).

Il romanzo è il secondo classificato al “Premio Nazionale di Narrativa” Neo Edizioni – 2024.


L’autrice

Manuela Montanaro nasce e cresce in una provincia del Sud. Appassionata di cavalli e di frontiera, ha pubblicato diversi racconti su riviste letterarie, tra le quali ’Tina e Crack. Sua la raccolta di racconti Catrame (Ensemble, 2021). Continua a vivere a Sud con un cane, tre gatti, un cavallo e due figli.
L’incredibile storia di Callista Wood che morì otto volte è il suo primo romanzo.


  • Casa Editrice: Neo Edizioni
  • Pagine: 210
  • Prezzo: E 17,00

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Pubblicato da laurasalvadori

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