GLI ABISSI di Pilar Quintana

A quel punto l’abisso, non riuscendo a farmi buttare giù né a divorarmi, mi entrava dagli occhi, una cosa deliziosa e orribile, una pallina che saltellava nella pancia e una nausea schifosa e pestilente, fino a rimanere ben sepolto dentro di me.


24 luglio 2023

Mai come in questo romanzo il mondo femminile appare contaminato da un male di vivere senza nome né cura. Donne prese al laccio da destini che non appartengono loro. Femmine private dal diritto di scegliere, circoncise da un mondo ottuso, sordo, che se ne frega delle loro inclinazioni, dei loro desideri.

Donne gingillo. Incubatrici di vite, fatte per dire si. Per rinunciare. Per tendere disperatamente verso l’abisso, chiuse in camere buie, attirate da giacigli umidi, abbacinate dalle eco del mondo esterno, ove altre donne, altrettanto prigioniere delle loro voglie, schivano la vita e la rinnegano in mille modi diversi.

L’abisso è il vuoto che inghiotte. È la vertigine che chiama, una voce di Sirena così suadente da nascondere senza alcun sforzo la voragine che si apre sotto i piedi.

Le donne di Pilar Quintana sono ostaggi inutili di un’esistenza sorda. Sono aneliti di una vita pulsante, vivida, dove l’amore e il sesßo sono i pilastri per la pienezza e la felicità ma sono negati. Non c’è ricchezza, né fama che possa lenire questa abbacinante tristezza. Loro scompaiono, muoiono senza che nessuno osi palesare i loro probabili suicidi.

In un mondo chiuso, quasi magico e irreale, popolato da piante tentacolari, spiriti maligni e stanze oscure, la piccola Claudia esplora il mondo delle donne, a partire da quello della madre, creatura quasi metafisica che vive preda di una profonda e instabile malinconia. Incomprensibile e incompresa, la madre è lo specchio attraverso il quale Claudia guarda al mondo degli adulti, abbacinata dalle distorsioni di famiglie disfunzionali dove la donna trova se stessa solo attraverso la morte. Come se questa vita non fosse fatta per lei. Come se l’infelicità fosse una propaggine del suo essere legata alla condiscendenza, alla rinuncia di sé.

La Colombia di Quintana riporta alla mente gli ambienti magici di Garcia Marquez, dove introversione e solitudine impregnano ogni narrazione. Le donne di Quintana sono preda di quella abbacinante Soledad che gia investe i Buendía. È il corrispettivo dell’incapacità di amare e di offrire solidarietà, che inquina e contamina la famiglia da un lato e lo sguardo limpido della piccola Claudia dall’altro, già destinata a tacere e a sacrificarsi pur di non nuocere alla madre, indifferente quasi sempre dello sviluppo interiore della figlia.

Una scrittura complessa, solida, ammorbante, che riesce nell’intento di rappresentare le sfaccettature più estreme dell’essere femmina in un mondo indifferente e pretenzioso.


Il romanzo

Dei bambini a volte si sa molto, se non tutto: è grazie alla voce magnetica e approfondita della scrittrice Pilar Quintana se riusciamo a immergerci così bene nella vita di Claudia, una bambina di otto anni che inizia a sondare gli abissi della vita adulta grazie alle trasformazioni della sua famiglia e a una rottura di un’intimità con la madre. Ambientato a Cali in Colombia, Gli abissi è un romanzo in cui una famiglia della classe media appare dominata da una donna irrequieta e interrotta che passa le giornate a leggere le riviste patinate o seppellita nel letto per tamponare la sua brama di vita. E` una visione perturbante per una figlia, che cerca di risolvere il mistero delle madri che restano anche quando vogliono andarsene, e prova a districarsi nella giungla della vita familiare e della femminilità con tutti gli strumenti della sua coscienza ancora morbida, interrogativa. Come le piante che affollano alcune pagine del romanzo e il paesaggio drammatico delle montagne che fa da sfondo alle vacanze, Quintana ci offre una scrittura densa, rilucente e sempre da decifrare, dimostrando la straordinaria affinità di quest’autrice per il selvatico che c’è in noi. Dopo il successo internazionale de “La cagna”, Pilar Quintana torna con una storia che risuona a lungo nella mente di chi legge, basata sulla voce di una bambina tenera, cruda, impossibilmente già grande. Nel 2021 il romanzo ha vinto il prestigioso Premio Alfaguara, confermando la sua posizione di nuova maestra della letteratura colombiana.


L’autrice

Pilar Quintana è una delle autrici più celebri e lette in America Latina. Ha studiato comunicazione sociale alla Università Javeriana di Bogotà e fatto diversi lavori tra cui sceneggiatrice televisiva, pubblicista, terapeuta di giaguari, assistente alla costruzione, commessa di abbigliamento, addetta all’imballaggio di mango e dog sitter. Nel 2011 è stata scrittrice residente presso l’International Writing Program dell’Università dello Iowa e nel 2012 è stata visiting writer al Workshop internazionale degli scrittori dell’Università Battista di Hong Kong. Il suo lavoro è apparso su riviste e antologie in tutto il mondo e in molte lingue. Ha viaggiato tre anni in tutto il mondo per poi vivere sulla costa pacifica colombiana. Ha scritto i romanzi Cosquillas en la lengua (2003), Coleccionistas de polvos raros (Premio de Novela de Letras, 2010), Conspiración iguana (2009), la raccolta di racconti Caperucita se come al lobo (2012) e Los abismos (2021, vincitore del Premio Alfaguara).  È co-sceneggiatrice del film Lavaperros, uscito nel 2020 e diretto dal più famoso regista colombiano, Carlos Moreno.


  • Casa Editrice: La Tartaruga
  • Traduzione: Elisa Tramontin
  • Pagine: 222
  • Prezzo: E 20,

Pubblicato da laurasalvadori

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