IL SENTIERO DELLE FORMICHELLE di Alessia Castellini


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“Mia cara, non si deve mai esagerare nell’essere grate”. “Perché?” “A volte, troppe grate fanno una gabbia da cui non si può fuggire”. Prese un rametto e lo gettò nel fiume, come a liberarlo.


27 maggio 2024

Le storie che sopravvivono al tempo e la pazienza e il coraggio di chi le riporta alla luce.


C’è voluto del tempo prima che arrivassi a capire che la storia su cui poggia questo romanzo è verità storica. Che il sentiero delle formichelle è davvero un tracciato percorribile, che congiunge Tramonti a Maiori. Che Tramonti non è il paese che non c’è ma un piccolo borgo incastonato tra i monti Lattari, ricco di vegetazione e lontano dal caos della Costiera Amalfitana. Che gli sfusati amalfitani altro non sono che i limoni, l’oro giallo della Costiera. Quelli che le formichelle trasportavano sulla schiena in ceste pesanti, da Tramonti fino al mare. E che Tramonti ha dato i natali al primo pizzaiolo che iniziò la produzione di mozzarella e aprì la prima pizzeria al nord, facendo da apripista a moltissimi compaesani che tentarono la fortuna al nord.

L’autrice, Alessia Castellini, ha fatto un gran lavoro di ricerca per costruire la trama di questo romanzo. Si è recata a Tramonti e ha raccolto le testimonianze degli abitanti, attraverso le quali questa storia ha preso forma. Una storia di sorellanza, di destini, di sangue e di radici, di tradizioni e di desiderio di cambiare. Di ribellione, di ricerca del proprio io, di perdono e di nuovi inizi. Una storia e due epoche, che trovano un punto di incontro nella necessità di perdonare e di ritrovarsi. Un nuovo inizio che prende forma dalle ceneri di un distacco e dalle eco di un rimpianto che non guarisce.

Il romanzo si snoda attraverso due piani temporali. L’oggi in cui si muovono Ninfa e Alelì, due sorelle che cercano di ritrovarsi dopo un periodo di lontananza. E il passato, che si snoda tra il 1934 e i primi anni cinquanta, nel quale Rachele e Nannina, gemelle diverse nell’aspetto e nell’indole, crescono e vanno incontro al loro destino. Rachele, legata alla terra e al suo presente, che è fatto di sacrificio, sopportazione e fatica. Nannina, proiettata nel futuro, capace di vedere con chiarezza la disumanità della condizione femminile dell’epoca, fatta di prevaricazione e violenza.

Il passato è denso del sudore delle donne, schiacciate spesso dentro le mura domestiche da mariti violenti. Il matrimonio è l’unico destino possibile e con esso una vita di stenti, senza speranza. Le donne di quel tempo sono “femmene ‘e viaggio”, che ogni giorno attraversano i fianchi della montagna fino al mare con una sporta pesantissima di limoni sulla schiena. Vecchie, spose, bambine, tutte accumunate dal un destino che non si può evitare. Un destino che Rachele abbraccia con tutta se stessa e che Nannina invece rifugge con forza, da quando ha conosciuto una scrittrice che soggiorna in Costiera, che le insegna a leggere e che le apre gli occhi sulla sua vita.

Il presente è un luogo sterile e inospitale in cui Ninfa cerca di scendere a patti. Il rapporto con i suoi genitori è stato sempre impossibile e l’ha costretta alla fuga. Adesso sono morti, portando via con sé la possibilità di un chiarimento. Alelì era troppo piccola quando Ninfa se n’è andata ed è troppo piccola per realizzare la morte dei suoi genitori. Ha bisogno di tempo e di perdonare Ninfa per la sua assenza.

Il luogo in cui entrambe le storie convergono è proprio Tramonti, con le eco del suo passato. Lì le due sorelle conosceranno la storia di Rachele e di Nannina e attraverso il loro ricordo troveranno il balsamo che cura le loro ferite, in un racconto che diventa subito urgenza, dolore, rassegnazione, passione, amore. Ma anche rottura, sogni infranti, ingratitudine, catastrofe e nuova vita da sfogliare.

Il richiamo del sangue, ci insegna l’autrice, non si può tacitare. E neanche gli anni che passano sanno scolorire i ricordi più importanti, quelli viscerali, che resistono al di fuori di ogni volontà e di ogni ragionamento.

Un romanzo delicato con una carezza ma violento e ingovernabile come il primo, trascinante amore. Che parla di legami e di destini e che ci rammenta che né il primo, né il secondo sono facilmente domabili. Che ogni vita, ogni destino, scrive di suo pugno l’epilogo della storia.

Il sentiero delle formichelle è un romanzo che lascia al lettore il rimbombo potente delle storie familiari e i lividi del destino delle donne della Costiera Amalfitana. Donne indurite dalla vita e alle quali la vita ha dato pochissimo. Solo fatica e sudore e un’esistenza spesso senza amore. Donne che sono le donne di ogni epoca e di ogni luogo, con un carico pesante sulle ossa e il compito di sopportare ogni sfumatura, ogni capriccio del destino.

Donne che spesso non si ribellano e che se lo fanno, richiamano a sé una forza che non conosce tregua né cedimento. Donne legate alla terra, alle radici, al bisogno di resistere per esistere. Donne che crescono, evolvono, diventano consapevoli della loro forza, come un lascito per chi verrà dopo di loro.

Un romanzo di cui sentiremo parlare a lungo, per le sue storie che toccano nel profondo e per la penna soave, evocativa e poetica con cui l’autrice ricama le sue trame, invisibili e indimenticabili.


Il romanzo

LA STORIA VERA DELLE FORMICHELLE DELLA COSTIERA AMALFITANA. DONNE E RAGAZZE CHE PER SECOLI PERCORSERO IL SENTIERO DEI LIMONI PORTANDO PESANTISSIME CESTE SULLA SCHIENA.

Costiera Amalfitana, anni Quaranta. Rachele e Nannina attraversano la montagna ogni giorno come laboriose formichelle, trasportando pesanti sporte di limoni fino alla costa di Maiori, là dove il mare si estende a perdifiato. È il destino di tutte le donne di Tramonti. Rachele crede che il mondo abbia delle regole dure e invariabili ed è fiera delle tradizioni del suo paese, mentre Nannina sogna fin da bambina terre lontane dal ripido sentiero che dovranno percorrere per una vita, fino a spezzarsi la schiena e le ginocchia. Diverse sotto ogni aspetto, non possono però pensare di dividersi. Da quando sono venute al mondo, a distanza di una manciata di minuti, non hanno passato un giorno lontane l’una dall’altra. È sulle loro tracce che ottant’anni dopo arrivano in paese due sorelle, Ninfa e Alelì, convinte che questa storia sia solo il frutto della fantasia della loro nonna scrittrice, scomparsa da poco. Scopriranno invece che Rachele e Nannina sono esistite per davvero, e che il sentiero delle formichelle custodisce un segreto che la loro famiglia ha dimenticato per decenni. Ci sono vuoti che ti inghiottono e vuoti che ti abbracciano. Nei primi si precipita, nei secondi si volteggia. Alessia Castellini, con una grazia di scrittura unica, si immerge in un mondo antico e suggestivo, popolato di donne instancabili, e racconta una profonda e commovente storia di sorellanza che insegna come i legami, di sangue e di terra, siano indissolubili anche quando paiono fiori recisi, senza più forza e radici.


L’autrice

Alessia Castellini è nata a Palermo e ha trentun anni. Ha un dottorato di ricerca in fisica teorica ed è coautrice di articoli scientifici pubblicati su riviste internazionali. Viaggia e scatta fotografie con la sua reflex, sempre alla ricerca di storie da raccontare.


  • Casa Editrice: Piemme
  • Pagine: 352
  • Prezzo: 18,90

Pubblicato da laurasalvadori

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